Genova simbolo della Resistenza, non solo in Italia, ma anche in Europa. Questo emerge dalle parole dello storico Marcello Flores D’Arcais, relatore in occasione della seduta solenne del consiglio regionale, prima della quale il presidente, Stefano Balleari, ha tenuto a sottolineare l’importanza della condivisione di un 25 Aprile per il quale “in passato è stato fatto un grave errore nel farlo diventare la festa di una parte dell’Italia”.
“È una Festa della Liberazione, di una riconquistata democrazia che è costata tanto in termini di vite umane e di sacrifici, la cancellazione di un regime totalitario che è sempre da condannare, qualunque esso sia - ha detto Balleari prima della seduta solenne - abbiamo riconquistato una libertà ottant’anni fa ed è importante mantenere il ricordo di tutto quello che è stato fatto per perseguire questa libertà e di perseguire in tale senso nell’ottica di una democrazia partecipata”.
Alla specifica domanda sul dichiararsi antifascista anche a nome della Regione che rappresenta, Balleari ha risposto: “Certamente. La Costituzione stessa si dichiara antifascista. Non amo particolarmente la parola ‘anti’ perché è sempre qualcosa di negativo, ma certamente sono contrario, per la mia storia personale, a tutti i regimi totalitari, che siano di destra o di sinistra”.
Poi l’affondo: “Non deve essere una festa della sinistra, è una festa del Paese, di una libertà alla quale tutti sono tenuti a partecipare. In passato è stato fatto un grave errore nel farla diventare la festa di una parte dell’Italia. È di tutta l’Italia, un Paese unito che deve festeggiare la libertà”.
Il professor Flores, parlando a margine della seduta, ha esaltato il ruolo del capoluogo ligure: “La Liberazione, a Genova, è stata particolare, la più importante dal punto di vista della Resistenza, non solo in Italia ma in Europa. All’interno della Resistenza in Liguria ci sono state tutte le diverse realtà per cui, adesso, possiamo parlare di ‘Resistenze’ al plurale. Ricordiamo questo ottantesimo anniversario nel senso dell’unità, ma anche della molteplicità di esperienze che hanno contribuito tutte a portare la libertà in Italia”.
Andando alla stretta attualità di un 25 Aprile che si introduce in un clima internazionale di particolare tensione, Flores ha aggiunto: “Quello attuale è un periodo difficile, di trasformazione, di transizione, in cui è importante il ricordo della Resistenza europea che è stata ampia e diversificata e ha avuto come carattere comune il tentativo di riconquistare e mantenere la libertà. Il fatto che ci siano tendenze che mirano a limitare le libertà per necessità o volontà di spinte autoritarie o per efficienza dell’esecutivo dovrebbe in questa occasione non dimenticare che la libertà è qualcosa di complessivo che va difesa nella sua totalità e non soltanto a pezzi”.
Poi un passaggio sulla situazione negli Stati Uniti e, in particolare, sulle limitazioni che l’amministrazione Trump sta minacciando (e, in parte, mettendo in atto) in alcune università con il concreto rischio di una sorta di ‘polizia delle opinioni’. “È quello che si rischia - ha commentato Flores - ma mi sembra che anche le risposte negli USA dimostrino che una democrazia che ha anticorpi che riescono a mettersi in moto contro tentativi come quelli che mi sembra che il presidente Trump stia portando avanti”.
Infine, un passaggio sul conflitto tra Russia e Ucraina, sempre in correlazione con le dinamiche di ottant’anni fa: “I contesti sono diversi, ma c’è un tratto simile. Ottant’anni fa c’era un invasore che era la Germania hitleriana e adesso, da tre anni, c’è un invasore che è la Russia di Putin. Così come la Resistenza combatteva per la pace e combatteva per sconfiggere chi aveva interrotto la pace, lo stesso bisognerebbe pensare per l’oggi”.
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