Chi marina la scuola, in Francia, diventa un buissonnier: non un semplice assenteista, ma quasi un piccolo esploratore urbano, uno che devia dai tracciati ufficiali per inseguire libertà nascoste tra i cespugli.
In Italia, a seconda delle latitudini, lo si chiama in tanti modi: bigia, fa sega, fa salina, fa filone. Nomi diversi per lo stesso gesto di ribellione lieve, quasi poetica.
Silvia Assin ci regala uno sguardo personale su questo tema attraverso una serie di fotografie realizzate durante la visita alla mostra di Xavier, incisore, pittore, scultore, cineasta, e, non da ultimo, nipote del genio inquieto di Pablo Picasso.
L’esposizione, ospitata al Musée Picasso di Antibes fino al 29 giugno 2025, si intitola proprio Chemins buissonniers.
Un titolo evocativo, che rimanda tanto ai sentieri folti e secondari quanto alle fughe improvvisate dei giovani che scelgono, per un giorno, la strada dell’immaginazione.
Le immagini raccontano momenti della mostra e ritraggono i visitatori: soprattutto ragazzi, con lo sguardo curioso e l’animo libero, protagonisti involontari di un rito antico.
Sembrano camminare leggeri, come se ogni quadro fosse una tappa di un viaggio segreto, una scoperta fuori programma, un’educazione sentimentale fatta di silenzi, arte e libertà.
Chi sceglie un chemin buissonnier non sfugge: cerca.
E forse, in quell’andare laterale, c’è già tutta la promessa di una visione più profonda del mondo.
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