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Cronaca | 13 aprile 2025, 06:14

Peveragno, sala da gioco utilizzava il Pos come un bancomat: licenza sospesa per 15 giorni

Sanzionate 10 sale scommesse e VLT di Cuneo perché avevano le vetrine oscurate: la legge regionale non lo consente. Numerosi gli esercizi controllati dal personale amministrativo della Questura

Peveragno, sala da gioco utilizzava il Pos come un bancomat: licenza sospesa per 15 giorni

E' un tema, quello del contrasto al gioco d’azzardo patologico, che sta molto a cuore al questore di Cuneo Carmine Rocco Grassi. Tanto da predisporre verifiche e controlli frequenti sulle sale gioco e sale scommesse del territorio.

Ed è proprio durante questi controlli che sono state scoperte e quindi sanzionate le violazioni della Legge regionale numero 19 del 2021.

I controlli sono stati effettuati con personale della Squadra Amministrativa della Divisione P.A.S.I., e con le Volanti dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico

A Peveragno, durante le verifiche a carico della Sala Giochi “AWP” e “VLT”, che si trova in Strada Provinciale 564, è stato accertato che la titolare utilizzava un dispositivo POS per anticipare il contante agli avventori e agevolare così il gioco presso i propri sistemi AWP (Amusement with Prizes) e VLT (Video Lottery Terminal), trasformando, di fatto, il POS in un Bancomat. 

La condotta viola quanto previsto dalla legge Regionale, che prevede una distanza dai punti Bancomat di almeno 400 metri per i comuni sopra i 5.000 abitanti.

Sulla base di quanto emerso, nei giorni scorsi è stato notificato il provvedimento del Questore di Cuneo, con immediata sospensione della licenza di Pubblica Sicurezza per 15 giorni, ai sensi dell’art. 10 del T.U.L.P.S..

Inoltre, sono stati eseguiti controlli a dieci sale scommesse e VLT di Cuneo e in tutte è stata accertata la violazione dell’art. 23 comma 5 della Legge della Regione Piemonte n. 19/2021, per aver oscurato le vetrine prospicenti la strada con pellicole, tende, manifesti che limitavano la visibilità dall'esterno. La sanzione comminata a ciascun titolare della licenza ammonta a 1.000 €, per un totale di 10.000 € complessivi.

La Questura evidenzia che la legge regionale del Piemonte contro il gioco d’azzardo patologico, prevede il divieto di pubblicità relativo al gioco lecito sui mezzi di trasporto pubblico locale e regionale e qualsiasi forma di pubblicità relativa all’apertura di sale gioco e scommesse; una distanza minima di 300 mt (per i comuni fino a 5000 abitanti) e di 400 mt per i comuni sopra i 5000 abitanti) per l’apertura di nuove sale giochi rispetto a una serie di luoghi sensibili quali istituti scolastici secondari di secondo grado, università, istituti di credito, sportelli ATM, esercizi di compravendita di oggetti preziosi e di oro usati e altre attività creditizie, ospedali e strutture residenziali o semi residenziali operanti in ambito sanitario o socio sanitario, strutture ricettive per categorie protette. Il cosiddetto distanziometro non si applica agli esercizi già esistenti.

Negli ultimi anni, il gioco d’azzardo in Italia ha conosciuto una crescita costante e significativa, diventando un fenomeno sociale ed economico di vasta portata. Dalle slot machine alle scommesse sportive, passando per il gioco online, l’offerta è ampia e sempre più accessibile. Ma se da un lato questo settore garantisce ingenti entrate per l’erario, dall’altro solleva preoccupazioni legate alle ricadute sociali, soprattutto in termini di dipendenza e impoverimento.

Secondo i dati più recenti dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, nel 2023 la raccolta complessiva del gioco d’azzardo ha superato i 150 miliardi di euro, di cui circa 11 miliardi sono finiti direttamente nelle casse dello Stato sotto forma di entrate tributarie. Il gioco fisico, con slot machine e videolottery, continua a rappresentare la fetta più consistente, ma è il comparto online quello che cresce più rapidamente, con un incremento a doppia cifra anno su anno.

L’espansione dell’offerta e la facilità d’accesso al gioco hanno contribuito all’aumento dei casi di gioco patologico. Si stima che in Italia ci siano oltre un milione di giocatori problematici, con un impatto non trascurabile sulla salute pubblica e sul tessuto sociale, soprattutto nelle fasce economicamente più deboli della popolazione.

Barbara Simonelli

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