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Politica | 11 aprile 2025, 08:00

Elezioni comunali, Carmelo Cassibba dopo la presidenza del consiglio comunale si candida ancora con Vince Genova: “Corriamo per vincere, non per partecipare”

Il suo nome è, ancora una volta, nella lista civica a sostegno di Pietro Piciocchi: “I risultati del 2022? Forse non li raggiungeremo, ma con la qualità delle persone che si candidano, sono certo che saremo tra i primi della coalizione”

Elezioni comunali, Carmelo Cassibba dopo la presidenza del consiglio comunale si candida ancora con Vince Genova: “Corriamo per vincere, non per partecipare”

Carmelo Cassibba, presidente uscente del Consiglio Comunale, si prepara a una nuova sfida politica candidandosi con la lista Vince Genova, a sostegno della candidatura a sindaco di Pietro Piciocchi alle prossime elezioni comunali. “Non partecipo per partecipare – afferma deciso – voglio arrivare al traguardo, e possibilmente per primo”. Un profilo civico, pragmatico e determinato, che ha fatto della sua storia personale un punto di forza e della sua esperienza amministrativa un bagaglio fondamentale.

Presidente Cassibba, come riassumerebbe questi tre anni alla guida del Consiglio Comunale?

Sono stati tre anni meravigliosi, perché nel bene e nel male, tra alti e bassi e momenti sicuramente di tensione, siamo sempre rimasti entro un perimetro democratico e di rispetto reciproco. Qualche volta si è ecceduto, sia da una parte che dall’altra, ma sempre nel rispetto del regolamento. Il bilancio, al netto di tutto, è altamente positivo: sia come esperienza personale, sia per tutte le tematiche affrontate in Consiglio. Il dibattito non è mai mancato, sia da parte della maggioranza che della minoranza”.

C'è qualche episodio in particolare che l'ha segnata durante il mandato?

In particolare mi sono rimasti impressi due episodi. Il primo fu la protesta dei genitori dei bambini 0-6 anni che irruppero in Aula Rossa. Fu un momento difficile, dovetti sospendere la seduta perché non c'erano le condizioni per proseguire. Il secondo fu più personale: in un'occasione, messo alla prova da un clima esasperato e da certe parole usate con leggerezza, reagendo più da uomo che da Presidente. Fu un errore, ma dettato anche da un clima esasperato e dall’uso superficiale e strumentale di termini forti come ‘fascista”’ Io mi sono sempre definito il primo antifascista del Consiglio, quindi certe parole mi colpiscono profondamente. Sul fronte delle soddisfazioni, invece, sicuramente l’approvazione dei bilanci. Sono sedute complesse, spesso ostacolate dall’ostruzionismo. Portarle a termine, anche dopo giorni di trattative, è un risultato importante”.

La sua è stata una figura di garanzia, ma anche profondamente umana. Chi è Carmelo Cassibba al di fuori del Consiglio Comunale?

Nella vita ho fatto il tassista, e ne vado fiero, ma non sono solo questo. Ho lavorato all’estero, conosco tre lingue, ho fatto l’imprenditore per vent’anni con tanti dipendenti. La cosa che mi ha dato più fastidio, non ferito, è stata quando alcuni giornalisti hanno accostato il termine 'tassista' a 'Presidente del Consiglio' come se fosse una diminuzione. È una professione artigianale, che merita rispetto. E proprio grazie a quel lavoro ho potuto ascoltare davvero la città”.

Parliamo di risultati: quali sono stati i momenti che ricorda con più orgoglio?

“Sicuramente l'approvazione dell'articolo 1 bis dello statuto, che riconosce Genova come Città dell’Inno: un simbolo forte, che ci rappresenta e unisce. Ci avevamo già provati nella scorsa legislatura, ma solo adesso ci siamo riusciti. E poi l'iniziativa dello smart working per le donne in gravidanza: un provvedimento di civiltà, inizialmente osteggiato, che ha fatto da apripista a un tema ancora troppo trascurato. Due risultati concreti che dimostrano che anche dalle aule consiliari si possono fare passi avanti importanti, se c'è volontà”.

Fragilità e inclusione sociale: temi che le stanno a cuore, ma che ha scelto di non mettere al centro della sua campagna. Perché?

Per rispetto. Potrei parlare con cognizione di causa di disabilità, inclusione lavorativa, ma non voglio sembrare uno che cavalca certe tematiche per tornaconto personale. Se qualcuno mi chiederà un contributo, sarò felice di darlo, ma non saranno la mia bandiera elettorale. Ritengo fondamentale che le fragilità vengano trattate con la giusta serietà e continuità, non solo nei periodi di elezioni”.

Dove vuole arrivare Vince Genova in queste elezioni?

Non credo, con onestà, che arriveremo ai risultati ottenuti nel 2022, bisogna essere onesti. Ma con la qualità delle persone che si candidano, sono certo che saremo tra i primi della coalizione. Vince Genova ha una squadra fatta di volontari che lavorano notte e giorno. L’altra sera erano in sei, fino a tardi, a controllare i documenti dei candidati. Questo è un lavoro immenso, e io sono profondamente grato a tutti loro”.

C'è un clima di sana competizione anche tra le civiche, come con Orgoglio Genova?

Sì, c'è un po' di derby positivo, ma sempre portato avanti con uno spirito costruttivo. Vince Genova ha una squadra eccezionale: volontari che lavorano giorno e notte, che sacrificano tempo al proprio lavoro e alle famiglie; è una realtà civica che funziona, con un’organizzazione solida e partecipata. E sono convinto che ce la giocheremo fino in fondo. Anche se i sondaggi non ci danno sempre ragione, va ricordato che non ho mai perso una competizione elettorale. Corro per vincere, non per partecipare”.

Com'è la coalizione a sostegno di Piciocchi?

Molto coesa. Ci incontriamo settimanalmente, e la scelta di Ilaria Cavo come vicesindaco è stata immediata e condivisa. Nessuna tensione tra partiti e civiche. C'è una visione comune, e questo fa la differenza. L'unità che si respira nella coalizione è la miglior premessa per un'azione amministrativa efficace e condivisa. Non ci interessa chi tira di più: ci interessa arrivare tutti insieme al traguardo”.

Che tipo di campagna elettorale si aspetta?

Sembra una campagna un po’ diversa rispetto alle precedenti: tanta immagine, poca sostanza. Molta comunicazione, poca visione. Vorrei che si tornasse ai contenuti, ai programmi veri, vorrei che ci fossero confronti pubblici tra i candidati sindaco. È solo attraverso il confronto che possiamo capire quale visione abbiamo per questa città: industria, turismo, commercio, infrastrutture. Le vogliamo tutte? In che misura? Le periferie? Serve una visione seria e concreta. Siamo ancora ai titoli, ma io voglio leggere il contenuto. Mi auguro che il confronto sui programmi diventi il cuore di questa campagna. Solo così si può davvero scegliere consapevolmente”.

Lei corre per vincere, ma che città sogna per Genova?

Una città inclusiva, moderna, che sappia valorizzare le sue eccellenze e dove ci si riconosca tutti. Una città che non dimentichi nessuno, che investa sulle periferie e sulla coesione sociale. Una città che creda nelle sue possibilità. Ma soprattutto, una città dove politica significhi ancora confronto, idee e rispetto reciproco”.

Chiara Orsetti

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