“C’è un po’ di nostalgia”, ammette, ripensando alla sua corsa del 2022. “La campagna elettorale è un’esperienza bellissima, entri in una sorta di bolla: hai un solo obiettivo, incontrare gente e conoscere persone”. Stavolta, però, il centro della scena è occupato da Silvia Salis, che Ariel Dello Strologo segue “con passione e interesse”, pronto a offrire supporto nei limiti temporali e pratici concessi dalla sua professione.
“È un po’ diversa dalla mia campagna elettorale”, dice, “perché sono cambiate le condizioni politiche generali, la città è in parte cambiata, ci sono molte cose diverse e qualcosa di simile”.
Simile, ad esempio, è la dinamica del confronto: da una parte un’amministrazione uscente che chiede conferma, dall’altra un’opposizione che prova a costruire un’alternativa. Ma la differenza sta soprattutto nella compattezza: “Salis ha una compagine allargata che io non avevo, con Italia Viva e con una parte di Azione. Questo fa la differenza, dà una compattezza che gli elettori notano”.
Ferma l’intenzione di non ricandidarsi: “Non mi candido. Ho dato quello che potevo dare. La maggior parte del mio tempo, oggi, lo devo dedicare al mio lavoro”. Ma il coinvolgimento resta. Anche perché, ricorda, “ciò che unisce una coalizione può essere molto più forte di ciò che divide”.
Come sta vivendo sul piano personale queste settimane di campagna elettorale?
“Da un lato c’è un po’ di nostalgia perché la campagna elettorale è un’esperienza bellissima che ti fa entrare in una sorta di bolla per qualche mese, hai un solo obiettivo che è incontrare gente e conoscere persone. Dall’altro si fa tanta fatica e oggi che la fanno gli altri la vedo con un po’ di rilassatezza, partecipando nei limiti del possibile e dando una mano a Silvia Salis che seguo con passione e interesse. Per il resto è un po’ diversa dalla mia campagna, perché sono diverse le condizioni politiche generali, la città in parte è cambiata, ci sono molte cose diverse e qualcosa di simile”
Cosa c’è di simile e cosa di diverso?
“L’aspetto simile è che c’è una competizione che si basa su un candidato che chiede una conferma per l’amministrazione e sta facendo campagna elettorale sulla difesa dell’operato. Poi c’è un riproporsi di una logica di opposizione che vuole vincere le elezioni e andare a governare. La grande differenza è che Salis ha una compagine allargata che io non avevo, con Italia Viva che si era staccata e solo la ‘metà’ di Azione. Questo aveva spostato in maniera importante e fa la differenza perché dà una compattezza che gli elettori notano”
Quindi basta questo per vincere?
“La coalizione ampia è un elemento di differenza che alla fine si vede e che pesa, perché sono punti che pesano. Silvia Salis, per quel poco che ho visto, mi sembra molto centrata e molto consapevole di quello che sta facendo, ha anche la consapevolezza del fatto che entra in un’avventura nuova e ha bisogno di incontri e approfondimenti che sta facendo e farà per la campagna elettorale, ma non mi sembra né una sprovveduta, come viene dipinta, né una persona che bada solo all’immagine. Anche Salis, come Bucci, dovrà fare i conti con una maggioranza composita che non è sempre d’accordo su tutto”
E come si tiene insieme una squadra così ampia?
“Non posso dare risposte basate sull’esperienza personale perché ho perso, ma la cosa che mi verrebbe da dire è che, pensando al programma, ciò che unisce è molto più di ciò che divide. Questo lo ha dimostrato anche l’esperienza del centrodestra: una città vuole essere governata e vuole che le cose vengano prese in carico e portate avanti. Se ci sarà questo approccio, la coalizione potrà rimanere unita e concentrata sulle cose da fare. Uno dei problemi del nostro Paese è questa dimensione di perenne campagna elettorale, un po’ per le elezioni locali, nazionali ed europee: i cicli durano sempre meno. Alla fine il maggior disturbo deriva da quello. Non a caso, negli ultimi giorni da destra a sinistra le polemiche sono su temi generali che non riguardano l’amministrazione locale”
Lei che ruolo avrà in campagna elettorale?
“Il mio ruolo è quello che ho avuto anche in questi ultimi mesi: dare una mano, nei limiti in cui è compatibile con la mia professione, affinché il centrosinistra torni a vincere. Dare una mano anche per l’eventuale successiva esperienza di governo. Non mi sto proponendo, ma vorrei dare una mano per partecipare”
Si candiderà?
“No, non mi candido. Mi sono sentito di dover rispettare gli elettori e, nonostante mi sia trovato in grande difficoltà nel conciliare il mio lavoro con l’esperienza consiliare, non mi sono dimesso. Ho dato quello che potevo dare, per lo stesso motivo non mi candido per un percorso che so non sarei in grado di assolvere, come gli elettori giustamente pretendono, perché la maggior parte del mio tempo lo devo dedicare al mio lavoro”
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