Il Nazionale

Cronaca | 07 aprile 2025, 07:47

Truffa sui rimborsi Iva a Malpensa, la Guardia di Finanza scopre 26 "furbetti"

Grazie ai controlli delle Fiamme Gialle è emerso che i soggetti individuati avevano ottenuto rimborsi indebiti per 140mial euro attraverso residenze fittizie e falsi domicili. Altre 35 persone segnalate nelle black list

Truffa sui rimborsi Iva a Malpensa, la Guardia di Finanza scopre 26 "furbetti"

I Finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Varese, in attuazione delle direttive di intelligence finalizzate al contrasto all’illegalità economico-finanziaria, hanno condotto una attività investigativa, rivolta ad individuare indebiti rimborsi dell’IVA richiesti ed ottenuti da viaggiatori in partenza per destinazioni extra Unione Europea.

Per dare la dimensione della portata del gettito fiscale che viene restituito dall’Erario italiano, solo nell’aeroporto internazionale di Milano Malpensa, tale pratica amministrativa vede erogare, da parte degli intermediari autorizzati a gestire la pratica, rimborsi pari a 200 milioni di euro di IVA nazionale all’anno.

Infatti, la normativa nazionale prevede che per le cessioni di beni destinati all'uso personale o familiare di viaggiatori residenti o domiciliati fuori dall’UE, possa essere richiesto il rimborso dell’IVA pagata al momento dell’acquisto.

Oltre ai requisiti personali dell’acquirente, la legge stabilisce che il bene deve avere un valore non inferiore a 70 euro; deve essere destinato ad uso personale o familiare, senza quindi alcun fine commerciale; l’acquisto deve essere portato fuori dall’Unione Europea entro tre mesi.

In particolare, i controlli hanno riguardato le richieste di rimborso laddove i richiedenti, cittadini stranieri, risultavano avere una residenza o un domicilio in Italia, così facendo venire meno i requisiti soggettivi previsti per l’ottenimento del rimborso.

La suddetta attività portava ad esiti classificabili in due macro-categorie, spesso interconnesse: una di natura preventiva con la formulazione di una richiesta di inserimento all’interno della “black list” del sistema Otello 2.0, per i soggetti sui quali sussistono gravi dubbi sul possesso dei requisiti richiesti per beneficiare dello sgravio di cui all’art. 38-quater D.P.R. 633/72; l’altra di natura repressiva, laddove vi è certezza della violazione, con la redazione di una relazione complessiva sull’analisi effettuata.

Nel periodo di esecuzione del servizio, le relazioni conclusive riportanti gli elementi di constatazione dell’indebito rimborso, sono state trasmesse alla locale Direzione dell’ADM e da quest’ultima inoltrate all’ufficio all’Agenzia delle Entrate competente per territorio sul soggetto segnalato, per l’accertamento della violazione tributaria ed il successivo recupero dell’indebito.

Per quanto concerne invece le richieste di inserimento dei dati anagrafici dei soggetti all’interno della “black-list” del sistema Otello 2.0., avanzate dalla polizia economico finanziaria alla locale Direzione dell’ADM, queste faranno sì che, per il futuro, le operazioni di rimborso inoltrate da tali soggetti siano sottoposte al vaglio diretto di un funzionario dell’A.D.M, ai fini dell’ottenimento del visto doganale ed il completamento della relativa procedura di rimborso; escludendo la possibilità di ricorrere alle procedure informatizzate.

L’operazione di sevizio, condotta con la collaborazione della Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Malpensa che ha fornito gli elenchi delle operazioni ha avuto avvio dai dati dell’anno 2024, ha permesso di individuare, nel primo semestre di investigazione, 26 soggetti che, già agendo in anni precedenti, hanno percepito rimborsi IVA non dovuti per un totale di 140.000 euro, a fronte di acquisti di beni di consumo per circa 750.000 euro. Contestualmente, al fine di prevenire future irregolarità, sono stati segnalati ulteriori 35 soggetti per l’inserimento nella "black list" del sistema doganale Otello 2.0.

Sul piano repressivo, per il tramite della stessa ADM di Malpensa, le relazioni conclusive sulle irregolarità riscontrate sono state trasmesse alle direzioni dell’Agenzia delle Entrate competenti per territorio all’accertamento delle violazioni tributarie ed il successivo recupero dell’indebito.

L’attività di servizio condotta testimonia l’azione della Guardia di Finanza, orientata a contrastare le frodi fiscali in tutte le loro declinazioni, con particolare riferimento ai circuiti fraudolenti volti all’evasione dell’IVA nei settori tradizionalmente esposti a maggior rischio.

C.S.

Commenti