Il segretario provinciale CGIL Piertomaso Bergesio non ha dubbi: “La difesa del Sistema Sanitario Nazionale e, quindi, della sanità pubblica sarà una delle grandi battaglie di questi tempi. Da qui, più che in tanti altri ambiti, passa la difesa della nostra democrazia”. E di difesa della sanità pubblica si è parlato nella mattinata di oggi (lunedì 31 marzo) nella sala riunioni della sede CGIL di Cuneo, in via Michele Coppino, nell’ambito dell’incontro “Come sta la sanità pubblica? Tra liste di attesa e diritti violati” realizzato dal Comitato Vivere la Costituzione.
Presenti nel ruolo di relatori i referenti dello sportello salute di Cuneo del Comitato Andrea Bruno e Fulvia Tomatis, e l’ex primario e consigliere comunale di Cuneo per i Beni Comuni Ugo Sturlese. Tra il pubblico – oltre a diversi cittadini interessati – anche i consiglieri regionali Mauro Calderoni (PD) e Giulia Marro (AVS), Manuela Maroglio di Rifondazione Comunista e Mario Cravero di Sinistra Italiana.
Le attività del Comitato e gli sportelli della salute
Il Comitato Vivere la Costituzione è composto – oltre alla CGIL - dalle sezioni provinciali di Amnesty International, ANPI, ANPPIA, ARCI, Arci Gay, APICE, Liberavoce, Mai+Sole, Mare Aperto, MiCò APS, MondoQui, Orizzonti di Pace, dal Centro Culturale Don Benevelli, Spazio Vitale di Piasco, il centro di formazione Santos-Milani, la Cellula Coscioni, il Circolo Arci Cinema Vekkio, il collettivo Zaratan, la Commissione Giustizia e Pace, la comunità di Mambre, il coordinamento Pace e Disarmo Cuneo, Emergency, Emmaus, NoiAltri ONLUS, Fondazione Nuto Revelli, Fridays for Future, LVIA, Libera Cuneo, Ratatoj APS, Se Non Ora Quando, Service Center, UIL Cuneo-Asti e Auser.
Nel corso dell’incontro si è parlato molto del servizio degli sportelli della salute, punti di aiuto per cittadine e cittadini con difficoltà a ottenere visite mediche e/ o esami strumentali secondo i tempi stabiliti dal loro medico di medicina generale che aiutano i cittadini a conoscere (prima) e a sfruttare (poi) gli strumenti effettivi a loro disposizione e ad attivare l’eventuale percorso di tutela dell’ASL.
Un servizio attivo dal maggio 2024 e attualmente in 18 centri della provincia – con due realtà a Savigliano, Mondovì, Cuneo e Fossano -, che vede negli sportelli del capoluogo di provincia e della “capitale” monregalese, oltre che in quello di Busca, una vera eccellenza. E che vedrà presto l'apertura di quello di Garessio e Ceva, e sta preparando la collaborazione che porterà all'apertura di quello di Bra.
In questi mesi di attività sono già state assistite 1.700 persone: circa metà delle istanze sono state inviate direttamente dagli assistiti e ne sono state accolte in maniera positiva dall’ASL circa il 90%. Importante anche l’attività di organizzazione d’incontri informativi a favore della cittadinanza, che sono stati 23 in orario serale – che hanno coinvolto 2.000 persone – e 16 i banchetti in aree mercatali.
Proprio in questi banchetti si è sostanziata l’attività di raccolta firme legata alla proposta del Comitato Piemontese per il diritto alla tutela della salute e delle cure che punta a spingere la Regione Piemonte all’utilizzo di tutte le risorse disponibili per il finanziamento della sanità pubblica. A fronte di 600 firme minime da raccogliere, attualmente nella sola provincia Granda se ne sono raccolte 685 e oltre 5.000 in tutta la regione.
“Serve un impegno concreto della politica”
Oltre all’intervento dei referenti del servizio – che, appunto, ne hanno illustrato l’attività – e di due cittadini che hanno saputo testimoniarne il buon funzionamento, quello degli altri presenti ha riguardato in particolar modo il concetto generale di sanità pubblica. E puntato il dito, principalmente, contro la Regione Piemonte.
“La Regione, specie grazie al presidente Cirio, la sa lunga dal punto di vista mediatico e si permette, o pensa di poterlo fare, di dire tutto e il contrario di tutto mentre gioca pericolosamente con i fondi europei – ha commentato, ancora, Bergesio -. Intanto, nascono come funghi strutture sanitarie specialistiche che drenano i servizi e le risorse alla sanità pubblica. Il Comitato è un insieme di associazioni e organizzazioni con spinta sociale, non contempla forze politiche al proprio interno ma ci dialoga inevitabilmente su base quotidiana. Serve fare un pezzo in più, che non può essere fatto se non proprio dalla politica; senza questo, ogni soggetto del Sistema Sanitario farà "patria a sé" senza spendersi per il bene comune dei cittadini”.
“Oggi il processo di demolizione del SSN sta arrivando a un punto di rottura, che vedrà messi in discussione non solo i tempi di risposta ma anche il funzionamento degli stessi ospedali: siamo ai tagli retroattivi sui bilanci delle ASO, e presto arriveranno quelli sui servizi di epidemiologia, importantissimi. Una situazione, questa, che genererà la fuga dei direttori generali, almeno di quelli interessati a lavorare in maniera corretta e in buona fede. Perché dovrebbero rimanere nella nostra regione?” ha aggiunto Sturlese.
“Si tratta di un processo mascherato a livello nazionale – ha detto ancora il consigliere comunale – da un lato si innerva il sistema di nuove risorse, dall’altra l'inflazione fa letteralmente esplodere i costi del settore. E le fantasmagoriche promesse di centinaia di nuovi ospedali da parte della Regione contribuiscono a confondere le acque. La realtà, però, è che la Regione ha mancato quest'obiettivo già nella scorsa consigliatura: non si farà un decimo di quanto propongono”.
[Ugo Sturlese]
Calderoni e Marro: “Dalla giunta regionale nessuna risposta chiara”
E se la politica è stata - giustamente – chiamata in causa, i suoi rappresentanti presenti non hanno mancato di rispondere. Marro, per esempio, ha sottolineato il “grande lavoro realizzato dal Comitato, fattosi portavoce di richieste importanti della cittadinanza. Una battaglia che ha già portato azione politica, con la realizzazione di un’interpellanza che io stessa ho presentato in Consiglio regionale (senza che abbia avuto risposte chiare), ma che lavora anche dal punto di vista dei cittadini, informandoli e formandoli su metodologie fondamentali e allo stesso tempo poco chiare e leggibili”.
Maroglio e Cravero hanno lodato invece le azioni partecipative di territorio, sottolineando rispettivamente come “il diritto alla salute non sia negoziabile, non possa essere trattato come merce” e chiedendo un più ampio e partecipato impegno da parte dei sindaci nel concretizzare l’apertura degli sportelli della salute del Comitato: Cravero, nello specifico, ha poi concordato con lo spunto di un membro del pubblico relativamente alla necessità di ritornare a una gestione delle prenotazioni pubblica.
Più ruvido l’intervento dell’ex sindaco di Saluzzo Calderoni, che ha chiesto prima di tutto al Comitato una definizione puntuale del proprio rapporto con la politica: “Si tratta di un soggetto dal circolo ristretto a cui si accede solo su invito o lo si vuole aprire a tutte le realtà interessate al tema della salute pubblica? – ha chiesto – E perché non si commenta la recente decisione della Regione di spostare in avanti di tre anni, al 2033, la fine lavori per il nuovo ospedale unico di Cuneo? Che ci stiano prendendo in giro, sull’argomento, dovremmo esserne tutti sicuri”.
“Il Piano Sanitario regionale non ha nulla ci concreto, attualmente – ha proseguito Calderoni -. Viene portato avanti dalla giunta tramite comparsate sul territorio mentre la spesa sanitaria regionale è ufficialmente attenzionata dalla Corte dei Conti e non si è mai voluto affrontare l'argomento in maniera concreta. Sui tagli alle ASO, per esempio, abbiamo chiesto dati precisi che non ci sono stati conferiti; il punto è capire se il paventato debito di bilancio in Regione sia davvero di 700 milioni di euro e se, come crediamo e abbiamo denunciato, il bilancio non stia in piedi. La situazione reale è che la Regione, proprio adesso, è alla ricerca di poco più di 230 milioni per evitare il commissariamento”.
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