Sono drammatiche le notizie che arrivano da Myanmar, devastato dal violentissimo sisma dello scorso 28 marzo. Sono, ma i numeri saliranno in modo drammatico, almeno 1700 le vittime, mentre si continua a scavare.
L'emergenza sarà presto quella sanitaria.
Ed è questo lo scenario nel quale, se non ci fosse di mezzo la violenza della guerra, dovrebbe intervire la struttura complessa di Maxiemergenza 118 della Regione Piemonte, con l'invio dell’Emergency medical team type 2, l’unico ospedale di questo tipo esistente in Italia.
Si tratta di una struttura usata in situazioni di grande emergenza, già intervenuta a seguito del terremoto del 2023 ad Antiochia (Turchia), per il tifone di Beira in Mozambico, in Armenia, Azerbaijan, Albania, India.
Ma in Myanmar, l'ex Bormania, da quattro anni c'è la guerra civile. Il colpo di stato del 2021 ha aperto uno scenario di guerriglia tale da renderlo un Paese dove anche una missione umanitaria potrebbe essere pericolosa.
Lo sa bene Mario Raviolo, Team Leader dell'EMT2, lui che tutte queste situazioni di emergenza le ha vissute sulla propria pelle, sempre pronto a portare cure dovunque l'ospedale foasse necessario. Ma questa volta le cose sono decisamente complicate.
"Noi siamo pronti - commenta. Ho già ricevuto la richiesta dal Ministero della Sanità per l'assistenza internazionale, ma al momento stiamo aspettando, perché ci sono molte questioni legate alla sicurezza, che in questo momento stanno ostacolando la nostra missione. Parliamo di mine inesplose, guerriglieri armati... Sta arrivando sul posto un team dall'Europa per valutare la situazione - l'atterraggio è previsto proprio in questi momenti a Bangkok (ndr) - e potremo quindi ricevere indicazioni più dettagliate. Sono iniziate le interlocuzioni, ma per la partenza serve un decreto di emergenza del governo su richiesta del Meccanismo europeo di Protezione Civile. Ripeto, noi siamo pronti a raggiungere quel Paese, ma sono in fase di valutazione i rischi".
Cos'è l'Emt2? E' un ospedale da campo.
La Regione Piemonte ha uno dei tredici certificati nel mondo dall’Organizzazione mondiale della Sanità, uno dei tre attualmente certificati nell’ambito dell’Unione Europea.
Si tratta di un ospedale completo di due sale operatorie, una centrale di sterilizzazione, quattro posti di terapia intensiva, un’isola neonatale, venti posti di degenza ordinaria, un laboratorio mobile, un’area per la diagnostica radiologica ed ecografica, un pronto soccorso progettato per accogliere fino a cento pazienti al giorno ed un’area di isolamento per malattie infettive.
La struttura è completamente autosufficiente dal punto di vista della produzione di energia elettrica, della potabilizzazione ed il riscaldamento dell’acqua.
La struttura può essere dispiegata con un preavviso di 24-48 ore in risposta ad eventi di maxiemergenza e catastrofi sul territorio regionale e nazionale e nell’ambito dell’Unione europea come pure a livello internazionale extraeuropeo, come in questo caso. La sua attivazione è conseguente alla richiesta di aiuto emanata dal Meccanismo Europeo di Protezione Civile.
Lo guida Mario Raviolo, medico saviglianese, ed è composto da personale sanitario altamente formato oltre che da tecnici in grado di occuparsi del montaggio e della messa in funzione.
Una struttura incredibilmente efficiente e, in questo momento e probabilmente per molto tempo, indispensabile in Myanmar.
Ma non si può abdicare alla sicurezza dei lavoratori durante la missione.
Non solo sanitaria ma, in questo caso, a 360 gradi, essendo Myanmar un Paese in guerra civile da quattro anni. Ed è ciò che verrà valutato nei prossimi giorni dal team europeo in arrivo, in questi momenti, nelle zone devastate dal violentissimo sisma.
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