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Politica | 30 marzo 2025, 09:33

Genova prova l’esperimento ‘campo largo’ attorno a Salis, ma da Roma arriva lo schiaffo di Calenda: “L’unico modo per avere a che fare con il M5S è cancellarlo”

Il leader di Azione parla di fronte alla premier Meloni e si chiama fuori dalla coalizione. I pentastellati liguri: “Ogni loro insulto è una medaglia, gli elettori stanno cancellando lui”

Genova prova l’esperimento ‘campo largo’ attorno a Salis, ma da Roma arriva lo schiaffo di Calenda: “L’unico modo per avere a che fare con il M5S è cancellarlo”

Quando attorno al nome di Silvia Salis si era riunito tutto il ‘campo largo’ progressista genovese, si era iniziato a parlare di un possibile esperimento in chiave nazionale, per vedere se davvero le forze ‘anti destra’ potessero fare squadra e puntare al ribaltone. Non solo congetture giornalistiche, ma anche gli stessi protagonisti sembravano convinti che da Roma qualcuno potesse guardare a Genova per capire se si può o meno convivere in serenità.

Ma se a Genova (almeno a parole) l’unità del fronte pro-Salis sembra non essere in discussione, dalle parti di Roma arrivano le picconate di Carlo Calenda dal palco del congresso di Azione. Davanti a Giorgia Meloni, il leader del partito attacca il Movimento 5 Stelle sul loro “no” al riarmo europeo e sui fondi spesi per i bonus e poi affonda: “Perché non stiamo nel campo largo? Perché l'unico modo per avere a che fare con il M5S è cancellarlo. Amici del Pd ponetevi quindi voi il problema perché siete nel campo largo”.
Calenda, quindi, davanti alla Premier (chiamata poi a intervenire dal palco) dice a chiare lettere di essere fuori dal ‘campo largo’. Eppure, lo ricordiamo, alle amministrative di Genova i rappresentanti del suo partito faranno parte della coalizione a sostegno di Silvia Salis. O, almeno, ad oggi non sono arrivate smentite in merito.

Le parole di Calenda hanno immediatamente scatenato la reazione dei pentastellati liguri. “Ci insultano, ci vogliono “cancellare”, ridono e si divertono anziché offrire soluzioni ai cittadini - si legge in una nota del Movimento 5 Stelle Liguria - ogni loro insulto è una conferma: hanno paura del dissenso che porteremo in piazza a Roma il 5 aprile contro questa folle corsa al riarmo. E ogni loro insulto nei nostri confronti è per noi una medaglia”.

Oggi Calenda dice che il M5S deve essere “cancellato” - aggiunge Luca Pirondini, senatore genovese del Movimento - stamattina il Corriere della Sera attesta il M5S in crescita al 13,8%, Azione al 2,7%. Lui, da autentico democratico, vorrebbe cancellare noi. Gli elettori, invece, stanno cancellando lui”.

Clima tutt’altro che disteso ma, soprattutto, è chiaro l’intento di Carlo Calenda di non far parte della contessa coalizione che include anche il Movimento 5 Stelle. Vero è che Azione muove meno del 3% su scala nazionale e poco più del 2% a Genova (4.706 voti a ottobre, pari al 2,16%), ma è anche altrettanto vero che le regionali dello scorso ottobre hanno insegnato al ‘campo largo’ che anche un pugno di voti possa essere determinante. Al momento non è dato sapere se ieri, dopo le parole di Calenda, sia squillato qualche telefono in quel di Genova.

Pietro Zampedroni

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