Il Nazionale

Politica | 18 marzo 2025, 15:39

Elezioni Comunali, Mattia Crucioli si candida a sindaco di Genova: “Noi Terzo Polo, basta con il servilismo ai grandi interessi”

L’ex senatore e oggi capogruppo in consiglio comunale annuncia la sua discesa in campo e attacca gli avversari: “Nessuno parla di etica, tutti fanno supercazzole”

Elezioni Comunali, Mattia Crucioli si candida a sindaco di Genova: “Noi Terzo Polo, basta con il servilismo ai grandi interessi”

Mattia Crucioli annuncia la sua discesa in campo e la candidatura alla poltrona di sindaco di Genova per le prossime elezioni comunali.

La candidatura di Crucioli, sostenuta da Uniti per la Costituzione, vede l’appoggio di un coalizione di liste civiche e movimenti ed è stata annunciata direttamente dall’avvocato e consigliere comunale, che si propone come alternativa ai blocchi tradizionali istituendo, di fatto, un terzo polo.

"C'è bisogno più che mai di una visione differente da quella proposta dai partiti tradizionali, una visione che collochi Genova al centro di un progetto di pace, prosperità, rispetto reciproco e commerci multipolari", ha spiegato Crucioli, accettando la candidatura proposta dai cento candidati delle liste municipali e comunale di Uniti per la Costituzione e dai gruppi Ancora Italia, Popolo Unito, Demos, Circolo Culturale Proletario, SiAmo e Contronarrazione.

Crucioli, già senatore e oggi capogruppo in consiglio comunale, si presenta come una voce autonoma che interviene sui temi fondamentali, argomenti che, a suo dire, non sono stati affrontati dai principali candidati, Silvia Salis, Pietro Piciocchi e Filippo Biolè, come politica internazionale e il ruolo di Genova nell’industria bellica.

"Abbiamo l'Ansaldo, la Fincantieri, la Leonardo. Nessuno dei candidati parla di etica e di pericolo legati a questa economia di guerra. Eppure le armi transitano per il porto di Genova, ma su questo tutti zitti" denuncia ancora Crucioli. "Un tempo la sinistra avrebbe detto qualcosa, ma ora è paralizzata dalle contraddizioni interne. Salis non può, perché nel suo schieramento ha Azione e parte del PD, tra i più bellicisti in Parlamento”.

Nel chiedere appoggio, l’avvocato spiega che il suo elettorato di riferimento è quello delle "persone coscienziose, che non arrivano a fine mese per colpa di scelte economiche sbagliate". E punta il dito contro la politica energetica: "Le bollette sono più care perché non compriamo più gas dalla Russia, che ce lo vendeva a cinque volte meno del prezzo attuale. Nessuno lo dice, né a destra né a sinistra”.

Sul tema delle infrastrutture, ancora, Crucioli continua a mantenere un no secco e deciso per quanto riguarda la Funivia dei forti e critico nei confronti della Gronda: "Prima di spendere un centesimo per nuove opere, dobbiamo tenere al meglio quello che abbiamo. Ci sono scuole, ospedali, asili e marciapiedi che cadono a pezzi. Bisogna partire da lì".

Sulla funivia, una battaglia che lo accomuna alla candidata Salis, sottolinea le differenze: "Il nostro programma non è il loro. Noi diciamo no anche al nuovo Galliera e alle grandi opere inutili. Loro invece sono pieni di contraddizioni interne, con esponenti del partito del cemento”.

Ancora, una stoccata sul tema del nucleare e non solo: "Su questioni cruciali come il nucleare o l’inceneritore, i nostri avversari balbetteranno e faranno supercazzole perché nelle loro coalizioni ci sono troppi interessi contrastanti. Noi diciamo chiaramente di no".

Se eletto, Crucioli ha un obiettivo chiaro: trasformare Genova in una città di pace. "Voglio la riconversione delle industrie belliche in industrie civili, non il contrario. Il porto di Genova non deve più essere uno scalo logistico per le armi, soprattutto quelle dirette in Medio Oriente".

Il messaggio è netto: "Oggi tutti gli altri candidati accettano l’idea che l’industria civile in crisi possa salvarsi diventando industria bellica. Noi diciamo no. Genova non può basare la sua economia sulla guerra".

Alla domanda su un eventuale ballottaggio tra Piciocchi e Salis, Crucioli è categorico: "Siamo equidistanti, che non vuol dire equivicini. Non possiamo stare con nessuno perché le differenze sono troppo profonde. Io ho solo la mia reputazione e la mia coscienza, e non voglio perderle".

E su un possibile accordo con altre forze antisistema risponde: "Sto cercando di unire tutti quelli che dicono no alla guerra, no alle armi e sì alla normalizzazione dei rapporti con la Russia. Ho fatto un appello e lo ripeto: uniamoci".

Isabella Rizzitano

Commenti