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Eventi e Turismo | 14 marzo 2025, 07:30

Il vino tra tradizione e innovazione: le sfide del mercato del dealcolato [FOTO]

Dagli interventi degli esperti al caso astigiano, la nuova frontiera del vino senza alcol conquista spazio nel Monferrato

Il vino tra tradizione e innovazione: le sfide del mercato del dealcolato [FOTO]

Il mondo del vino sta attraversando un periodo di grande trasformazione, diviso tra l’immutabilità della tradizione e le pressanti richieste di innovazione. Questo il tema centrale del convegno “Il vino tra tradizione e nuove frontiere”, organizzato lunedì scorso dalla Confagricoltura di Asti in collaborazione con Interpatent, presso l’azienda Tenuta La Romana di Nizza Monferrato. Un incontro che ha attirato numerosi partecipanti e che ha dato vita a un dibattito acceso su uno dei temi più discussi degli ultimi anni: il vino dealcolato.

Negli ultimi tempi, il vino senza alcol ha suscitato non poche polemiche, specialmente tra le voci più conservatrici del settore. Tuttavia, l’industria vitivinicola è chiamata a confrontarsi con un mercato che si sta espandendo rapidamente. Oggi, il mercato dei vini dealcolati vale 2,6 miliardi di dollari, ma le previsioni indicano un ulteriore incremento fino a 4 miliardi nei prossimi cinque anni. Una crescita che non passa inosservata, e che ha alimentato il dibattito tra le varie anime del comparto.

L’evento è stato aperto da saluti istituzionali, con l’intervento di autorità locali, tra cui l’On. Marcello Coppo, parlamentare astigiano, e il sindaco di Nizza Monferrato Simone Nosenzo, in veste anche di vicepresidente della Provincia di Asti. La moderatrice Roberta Favrin ha dato il via ai lavori con l’introduzione di Luca Brondelli di Brondello, vicepresidente di Confagricoltura, che ha sottolineato le incertezze che affliggono il comparto, principalmente legate ai dazi americani e alle nuove normative dell’Unione Europea che vorrebbero introdurre avvertenze sanitarie sulle bottiglie di vino, simili a quelle dei pacchetti di sigarette.

Palma Esposito, referente per le produzioni vitivinicole di Confagricoltura, ha trattato un tema delicato: il nuovo decreto italiano che consente la produzione di vino dealcolato. Sebbene il vino senza alcol rappresenti ancora una nicchia (si stima l’1% del mercato mondiale), la sua produzione ha ricevuto il via libera da parte dell’Unione Europea già nel 2021. “Il vino dealcolato potrebbe arricchire l’offerta di un’azienda vitivinicola, senza sostituire il tradizionale”, ha dichiarato Esposito, pur sottolineando che i vini DOC, DOCG e IGP resteranno esclusi dalla produzione senza alcol, una posizione che differisce da quella della Francia, che sta rivedendo le proprie normative.

Pia Bosca, CEO della Bosca Spa, ha raccontato la sua esperienza pionieristica nel settore del vino dealcolato. La sua azienda produce da anni vino senza alcol, pur non potendo utilizzarne il nome ufficiale. “Siamo favorevoli a questa apertura legislativa per allinearci agli altri paesi produttori e non temiamo che il vino dealcolato vada a danneggiare il mercato del vino tradizionale”.

Alberto Furno, consulente di Interpatent, ha trattato un altro tema cruciale: la protezione dei marchi e l’importanza di difendersi dalle contraffazioni, un problema che ogni anno provoca perdite ingenti nel comparto vitivinicolo. “Il mercato del vino, come altri settori, è esposto a danni economici a causa dei falsi prodotti. Ogni anno si stima una perdita di 3 miliardi di euro”, ha sottolineato Furno.

Il giornalista Fabio Piccoli ha approfondito le tendenze emergenti nel comportamento delle giovani generazioni nei confronti delle bevande alcoliche, un cambiamento che potrebbe portare a una maggiore diffusione del vino senza alcol.

L’evento si è concluso con una degustazione di vini totalmente alcol-free, serviti a più di cento ospiti, a cura dell’enologo Mario Redoglia. L’incontro ha dato spunti di riflessione importanti per le aziende vitivinicole, invitandole a comprendere le dinamiche di un mercato in continua evoluzione.

Mariagrazia Baravalle, direttore di Asti Agricoltura, ha concluso il convegno evidenziando la visione laica di Confagricoltura sul fenomeno, che vede nella coesistenza di vino tradizionale e dealcolato una potenzialità di arricchimento per il settore. Gabriele Baldi, presidente di Asti Agricoltura, ha parlato della difficoltà di coinvolgere le piccole e medie imprese agricole nella produzione di vino dealcolato, ma ha ribadito l’impegno di Confagricoltura per garantire a tutte le aziende gli strumenti necessari per affrontare le sfide del mercato globale.

L’incontro ha visto anche la partecipazione di sponsor come Vason Group, specializzata in tecnologie per la dealcolazione, e Pampirio Assicurazioni, disponibili per consulenze tecniche e commerciali. Un evento che ha reso chiaro come il mondo del vino sia pronto ad adattarsi alle nuove sfide, con un occhio sempre rivolto alla tradizione, ma anche alla ricerca di nuovi spazi di mercato.

Redazione

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