Urla in aula e sospensione della seduta in consiglio regionale, maggioranza che va sotto e lavori chiusi in anticipo in consiglio comunale. La politica genovese sembra sempre più vicina a una crisi di nervi a tre mesi dal voto per le comunali che, di fatto, sanciranno la fine di un anno intero di campagna elettorale. Le scorie si vedono, palesi, nei confronti dai toni sempre più accesi, esasperati, spesso non consoni.
Se, come sembra, si voterà a inizio giugno, in quel fine settimana di elezioni si chiuderà il cerchio di dodici mesi di campagna, iniziata nell’estate 2024 per la corsa alle regionali post arresto Toti, proseguita con l’elezione di Marco Bucci e la conseguente apertura alla contesa per Palazzo Tursi. Un nome, quello di Giovanni Toti, che ieri è riecheggiato tra le mura della sala Sandro Pertini in Regione quando, all’apice dello scontro tra la minoranza e il presidente Bucci, il consigliere del Pd Enrico Ioculano ha urlato a più riprese “con Toti questo non sarebbe mai successo!”. Come si cambia…
Poche ore dopo, nella Sala Rossa del Comune, alla maggioranza di Pietro Piciocchi sono mancati i numeri per chiedere le dimissioni della vice presidente del consiglio Rita Bruzzone (Pd) con conseguente tensione tra le parti e chiusura anticipata della contesa.
Ma se da una parte (in Comune) siamo ai titoli di coda dell’amministrazione, dall’altra (in Regione) i lavori sono di fatto appena iniziati e l’antipasto è all’insegna di una tensione crescente e che non accenna a diminuire con il passare delle settimane.
Adesso siamo alla corsa al nome più altisonante, con il centrodestra che mette sul tavolo la deputata di ‘Noi Moderati’, Ilaria Cavo, pronta a essere la vice di Pietro Piciocchi in caso di vittoria, e il centrosinistra che, invece, sulla carta rifiuta di partecipare alla contesa, ma sotto traccia lavora per mettere in campo i propri cavalli di razza da presentare alle urne.
La speranza di vedere nuovamente la dialettica avere la meglio sullo scontro è riposta tutta nella data delle amministrative genovesi. E se è vero che il volere degli elettori è sovrano, che la decisione dei cittadini vince su tutto, sarà quello il momento della svolta che metterà in secondo piano le scene da stadio in favore dell’amministrazione nel suo senso più puro del termine. Anche perché, in fondo, quello è ciò che i liguri e i genovesi chiedono, al netto di quel darsi di gomito pruriginoso che le urla e le reciproche dita puntate scatenano inevitabilmente.
Ma, intanto, da ieri non si parla d’altro, di quella rissa sfiorata e di come anche poche parole di scherno o provocazione siano in grado di accendere la miccia tra le due opposte fazioni che sono barricate nelle rispettive trincee da quando, il 7 maggio 2024, la politica ligure ha subìto uno scossone destinato a segnarne la storia.
Giugno non è poi così lontano.
Politica | 12 marzo 2025, 11:06
Politica genovese sull’orlo di una crisi di nervi: tra Comune e Regione pesano le scorie di una campagna elettorale lunga un anno
In sala Pertini tensione alle stelle e seduta sospesa, a Palazzo Tursi il consiglio finisce in anticipo. L’elezione del nuovo sindaco è chiamata a chiudere dodici mesi di contesa e, forse, a sancire un cambio di passo
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