Prima l’incontro presso la sede di Music for Peace e successivamente tappa all’istituto Don Bosco: questa la mattinata di Silvia Salis, la candidata sindaca alle comunali di Genova per il centrosinistra, assieme al presidente del Municipio Centro Ovest, Michele Colnaghi, con l’obiettivo di incontrare e conoscere le realtà associative locali che lavorano quotidianamente per e nel sociale di Sampierdarena.
Nel quartiere molti cittadini si definiscono “i dimenticati”, e denunciano una crescente disattenzione, nel corso degli anni, verso la delegazione: “Io sento la destra parlare di policentrismo, però non si rende conto che quella è un’aspirazione per questa città ed è quella al quale aspiriamo noi ridando potenza e potere ai municipi al fine di fornire risposte e veloci immediate sul territorio”, afferma Silvia Salis.
Ad oggi “non esiste il policentrismo a Genova e chiunque avesse un’onestà intellettuale potrebbe ammetterlo”, continua. “Parlando con le persone, me lo dicono proprio loro di non parlate di policentrismo, ricordatevi che ci sono intere zone della città dimenticate senza servizi, con servitù pesantissime: questo non può essere ignorato quando si parlare con i cittadini, perché non si gioca con la loro vita. I problemi bisogna affrontarli per quello che sono”, sottolinea.
“Questa è una città fatta di città, se queste però venissero amministrare in un certo modo e gli venisse data un’attenzione che è quella che stanno richiedendo le persone ovunque io vada - prosegue -. In ogni municipio, c’è la stessa impressione: quella di non essere ascoltati. Ovviamente, ci sono problemi di livello diverso, sono a livelli diversi le criticità di questa città su temi diversi, ma il grande filo conduttore è che c’è un totale scollamento dell’amministrazione comunale rispetto quelli che sono i cittadini”.
Proprio in virtù di questo, Salis afferma come non sia “un caso che siano nati così tanti comitati in questi anni e non è un caso che ci sia una totale corsa in questi mesi alle promesse di tutti i tipi”. E poi la stoccata agli avversari: “Ogni mattino quando apriamo il giornale ci troviamo davanti a promesse a trecentosessanta gradi con finanziamenti per più o meno qualsiasi cosa e più ci stiamo avvicinando alle elezioni, e più aumentano, spaziando dagli argomenti più disparati”. Quindi è “evidente che c’è una totale corsa elettorale a tappare buchi ma la cittadinanza se ne è accorta che questa è una sorta di ricetta dell’ultima ora”, chiarisce Salis.
Un’operazione che la candidata sindaca definisce “non onesta intellettualmente” nel senso che “a un sindaco reggente viene richiesto di prendersi cura dell’ordinaria amministrazione e credo sia scorretto fare campagna elettorale promettendo ogni giorno la ristrutturazione di grandi progetti che, alla fine, sono un’ordinaria amministrazione spaccati per i piani Marshall dell’urbanistica, per cui penso che bisognerebbe ritornare tra le righe e non starne costantemente fuori”.
Per quanto concerne la campagna elettorale, Salis afferma che in questi mesi “sia corretto che ognuno la faccia con i propri soldi e con le proprie strutture, in modo indipendente dalla macchina comunale, perché credo che questo sia quello che viene chiesto ad una persona che vuole innanzitutto dare un senso di trasparenza e di onestà alla propria campagna elettorale, oltre a quello che sta dicendo ai cittadini”.
Grande problema del quartiere, affermano i residenti, la sicurezza: tema che, dichiara Salis, “la sinistra ha svenduto per anni alla destra”. Ma “la sicurezza non è militarizzare, opprimere o mettere presidi - continua -, perché in questo modo lavorano male anche le forze dell’ordine. Io penso che la sicurezza si ottenga in diversi modi e fra questi, uno di quelli più importanti, è sostenere i presidi sociali che sono sul territorio. Avere un tessuto sociali che funzioni e inclusivo è un modo per garantire la sicurezza, perché sovente quello che dà origine a fenomeni di criminalità e insicurezza è proprio l’emarginazione. Perciò, è molto più facile ovviamente fare delle grandi dimostrazioni di forza muscolari ma che, nel concreto, non producono nessun risultato”.
Salis, su questa criticità, evidenzia i dati del Sole 24 Ore: “Dobbiamo ricordarci che Genova è tra le province con la spesa più alta in Italia per sicurezza ma è in fondo alla classifica per sicurezza reale, per cui a me fa anche sorridere quando vedo certe dichiarazioni della destra al governo in questa città, perché si scontrano con dei dati incontrovertibili, quelli del Sole 24 Ore, che non credo proprio sia neanche un giornale di estrema sinistra”.
Poi affronta il tema dell’astensionismo, un fenomeno “chiaramente diffuso in tutto il paese, qua particolarmente sentito in alcuni punti della città, nei quali è oltre al 60%”, afferma. “Dobbiamo prenderci carico di questo, dobbiamo soprattutto parlare con quelle persone e chiedere di dare fiducia a questo nostro nuovo progetto, un progetto che ha una visione di rimettere al centro il cittadino", continua.
Silvia Salis lancia un appello rivolto a tutte le persone che non votano: “Io gli chiedo, a chiunque vogliano votare, di andarci alle urne, di prendere la loro scheda elettorale e di andare a votare, perché credo che comunque esprimere una propria opinione, che possa essere di destra o possa essere rivolta al campo progressista, comunque vada espressa; anche una scheda bianca, ma l’opinione va espressa”.
“Bisogna ritornare a farsi sentire alle urne - prosegue Salis - e credo che queste elezioni potrebbero segnare un cambio di passo sul tema dell’astensionismo, perché sento una grande energia intorno a questo gruppo, intorno a questa coalizione e intorno alla mia candidatura: ovunque io vada, mi dicono che stanno rivedendo persone che non si vedevano da anni e questo credo che sia il messaggio più importante”.
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