Federico Romeo porta in dote oltre 6 mila voti, un primato comunale di preferenze alle regionali, una presidenza del Municipio Valpolcevera e una buona dose di idee chiare per la corsa del centrosinistra alle prossime amministrative di Genova.
Per qualche giorno, quando ancora si pensava che il candidato sindaco del ‘campo largo’ sarebbe stato del Partito Democratico, si è fatto anche il suo nome tra i papabili frontman della coalizione. Poi quel passo indietro in favore di Silvia Salis che, stando ai rumors, non ha digerito a cuor leggero, anche se oggi si affida alla saggezza nel dire che “anche i passi di lato consentono a tutti di poter fare passi avanti”.
Nessuna intenzione (almeno all’apparenza) di cercare altro che non sia l’incarico in consiglio regionale che gli elettori gli hanno dato, ma il desiderio di lasciare in buone mani il ‘suo’ Municipio Valpolcevera e di costruire un progetto che tenga insieme una squadra progressista mai così ampia ed eterogenea.
Partiamo dalla stretta attualità, come sta vivendo queste prime giornate di campagna elettorale che portano in dote le inevitabili prime schermaglie?
“La sto vivendo bene, credo che molti dei nodi di questa città e di questa regione stiano arrivando al pettine. Ad esempio il provvedimento che il centrodestra ha voluto mettere in campo per l’introduzione dei quattro sottosegretari è l’emblema di una coalizione che si sta chiudendo in sé stessa per risolvere divisioni interne, ma anche di incapacità di mettere in campo una ventata di rinnovamento e novità per portare a casa risultati concreti. Si è spenta quella spinta propulsiva di iniziativa politica che potevano avere prima”
E, invece, guardando in casa centrosinistra?
“Dovremo concentrare questa campagna nel trasmettere fiducia, autorevolezza e concretezza nelle risposte che i cittadini si attendono e, soprattutto, nella volontà di far andare avanti la città e metterla in sesto. È una città più sola, sporca, con poca manutenzione, dove il tessuto sociale è stato smembrato”
La gestazione per arrivare al nome di Silvia Salis è stata lunga, come ormai consuetudine nella coalizione di centrosinistra. Che giornate sono state?
“Sono state intense, anche estenuanti dal punto di vista politico. Il dato che leggo è che siamo riusciti a ricompattarci e a chiudere quel momento di forte incertezza, abbiamo presentato alla città una proposta credibile con una squadra credibile al proprio fianco. Il percorso è stato tumultuoso, ma alla fine siamo riusciti a chiudere con un impianto programmatico e di coalizione più larga possibile, che era l’obiettivo dopo le regionali”
Non è un segreto che tra i papabili ci fosse anche lei. Le è pesato fare un passo di lato?
“L’ho fatto con assoluta serenità, nella consapevolezza che quello che conta per me è mettere al centro la città. Una proposta credibile, una alternativa con una nuova cultura di governo. Anche i passi di lato consentono a tutti di poter fare passi avanti. E credo debba esserci riconosciuto. Siamo al fianco di Silvia Salis, la sto già aiutando e appena la campagna entrerà nel vivo sarò ‘pancia a terra’ per dare una mano a vincere le elezioni”
Lei porta in dote una buona dose di voti, sarà della partita?
“Mi dedicherò interamente alla campagna elettorale sia a Genova, sia sul mio Municipio dove lascio la presidenza dopo otto anni e lavoro per la costruzione di una squadra forte in continuità, anche per aiutare Silvia Salis e la coalizione a raggiungere un bel risultato. Sto già organizzando alla candidata sindaca una serie di incontri con il mondo del sociale e cattolico, la presenterò anche per confrontarci e farla confrontare con la realtà della nostra città”
Le piacerebbe fare il bis in Valpolcevera o punta ad altro?
“Oggi il mio ruolo è in consiglio regionale, anche in assoluta correttezza nei confronti degli elettori. Sono stato il primo nel comune il terzo in provincia. Mi occuperò del consiglio regionale, la mia funzione è dare una squadra forte al territorio. Vivo in Valpolcevera, darò una mano alla prossima squadra e sarò presente anche per portare avanti le cose che abbiamo iniziato con i problemi dei cantieri e delle grandi opere”
La coalizione è ampia più che mai, tanto da fare dell’esperimento genovese anche un test su scala nazionale. Come terrete insieme le varie anime di un campo mai così largo? Proprio le grandi opere sono un tema divisivo
“Eravamo già insieme con il programma delle elezioni regionali, era stato costruito per consentire a tutti di stare insieme. Sulle grandi opere, ne abbiamo di già aperte come l’ultimo miglio ferroviario, il Terzo Valico, la metropolitana. Quelle devono andare a compimento, ma il Comune in questi anni non è stato in grado di gestire l’impatto delle opere sul territorio lasciando tutto al caso e questo ha creato problemi con gli abitanti. Il tema non è l’opera in sé, ma quale impatto ha sul tessuto sociale, sulla popolazione. I cittadini hanno un Comune che non risponde alle esigenze più piccole, come lasciare le persone murate nelle loro case durante i lavori nei mesi più caldi. Un Comune che non è stato in grado di mettere in campo un piano-estate a sostegno degli anziani e dei fragili”
Però alle regionali non c’era Italia Viva…
“Sono molto fiducioso. Italia Viva non c’era per altri problemi, non per un tema programmatico. La nostra candidata sindaca ha la capacità di tenere il punto su tante questioni e i partiti stanno rappresentando una certa maturità. Penso che questa coalizione potrà fare la differenza, è una partita che può avere risvolti nazionali”
Mi dica la sua ricetta per battere il centrodestra e riprendersi Genova
“Ricordare ai genovesi che città lascia il centrodestra, più sporca, dove la manutenzione ordinaria è mancata, dove il tessuto commerciale piccolo e medio è stato lasciato solo, dove il sociale e l’educazione sono stati messi in grossa difficoltà e in cui è necessario ricucire i rapporti. Una città dove il centrodestra non è riuscito a mettere insieme, a fare una ricucitura urbanistica e sociali nei rapporti tra i quartieri, la città, il porto e il mondo produttivo. La ricetta è presentare una proposta alternativa per Genova. Vogliamo il potenziamento dei Municipi con l’ordinaria amministrazione, la pulizia, il decoro, la cura, il mantenimento che consente anche un aumento della percezione della sicurezza sociale. E poi tutto il contrario rispetto a quello che ha fatto il centrodestra. La ricetta è: concretezza, impegno, cura quotidiana, una grande cura per la città, riprendersi cura di Genova che è stata abbandonata. Abbiamo avuto il ‘sindaco dei cantieri’ e molti sono in ritardo perché manca un lavoro di sistema. Siamo qui per ridare fiducia a questa città abbandonata e non far sentire più soli i genovesi”
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