Emma Nolde torna a calcare il palco di Hiroshima Mon Amour venerdì 7 marzo per la tappa torinese del suo tour in cui presenta il sul ultimo album “NUOVOSPAZIOTEMPO”.
Fil rouge del disco è proprio il concetto del tempo oggigiorno.
“Il tempo percepito ormai come legato all’uso del telefono, le interazioni sono ormai legate al cellulare, vale di più sentirsi che vedersi, anche se quando ci si sente è più per questioni lavorative che personali. Non c’è un momento in cui stacchiamo. La canzone che forse valorizza questo tema è Mai fermi”.
Tra le collaborazioni importanti di questo ultimo album anche quella con Levante, come è nata?
“Per me lei è un esempio di un percorso che mi piacerebbe fare, un modo di scrivere stupendo. Cantare una sua canzone è stato molto bello, ci sentiamo spesso, è una persona meravigliosa”.
Da poco si è chiuso il Festival di Sanremo riportando sulla scena del grande pubblico anche tanti cantautori. Cosa dice di questa nuova direzione?
“Sono molto felice si stia parlando di questo è troppi anni che non se ne parlava. A scrivere in questo modo siamo in tanti ed è bello che siano emersi tanti cantautori. Se sono arrivati facendo questo percorso, danno speranza a chi scrive canzoni e danno anche una visione ai discografici che forse hanno perso di vista il fatto che esiste un percorso del genere. Scrivere una canzone con le proprie mani è importante, a prescindere dai generi musicali”.
Parlando di artigianalità della canzone, cosa ne pensa dell’IA?
“Penso sia uno strumento importante per un certo tipo di studi. Mi sono resa conto di quanto possa essere importante per esempio per la cura del corpo e per la medicina, penso che nella musica possa sostituire la musica scritta in velocità, per esempio per la pubblicità, quella che non deve avere un’anima. Ma finché abbiamo bussola per capire la verità, finché abbiamo un sesto senso per la produzione artigianale, va bene farne il giusto uso”.
Il suo è un ritorno all’Hiroshima Mon Amour, come si sente e come le sembra il panorama musicale torinese di oggi?
“L’Hiroshima è uno dei miei club preferiti, sono felice di tornare, per me è una serata importante. Ho alcuni amici a Torino come Bianco e Ginevra, stimo entrambi moltissimo. Ho la sensazione che sia una città diversa Torino, sia per la musica sia per la danza e l’arte, credo che abbia un’internazionalità più forte, diversa. Questo aspetto la rende più aperta o più europea. È una città molto più attenta alla musica di altre città come Pisa o Firenze da cui provengo”.
Ci sono alcuni artisti torinesi in particolare con cui le piacerebbe lavorare?
“Ho lavorato all’album di Niccolò Fabi e mi piacerebbe tanto lavorare con Ginevra”.
Prossimi progetti per il futuro?
“Il mio sogno sarebbe scrivere con Brunori”.
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