Garantire una maggiore qualità della vita per i residenti, studenti, lavoratori, investitori e turisti, con un'attenzione particolare alle esigenze delle nuove generazioni: questi gli obiettivi principali delle nuove linee strategiche per la pianificazione comunale di Genova presentate questa mattina a Palazzo Tursi. Un cambio di paradigma rispetto al passato, che vede il passaggio da un approccio "conformativo" a uno "funzionale”, come precisato dall’assessore all’Urbanistica Mario Mascia: il piano si propone di superare l'attuale piano urbanistico, considerato obsoleto dopo dieci anni e inadeguato di fronte alle trasformazioni sociali, economiche, produttive, infrastrutturali, tecnologiche e turistiche in corso.
In ottemperanza alla legge urbanistica regionale 36/1997, il Comune dovrà redigere il nuovo Piano dei Servizi e delle Infrastrutture (PSI) e il Piano Urbanistico Locale (PUL). Le linee strategiche si articolano attorno a obiettivi fondamentali, tra cui spiccano la valorizzazione del policentrismo, il recupero delle connessioni esistenti, lo sviluppo del concetto di "città dei quindici minuti", e una riqualificazione dello spazio urbano pubblico mirata a incrementare la vivibilità dei quartieri.
Come spiega Mascia, “la città dei quindici minuti è intesa non solo come rete di trasporti”: l'obiettivo è quello di ristabilire connessioni sia spaziali che sociali, valorizzando le identità urbane dei diversi quartieri che compongono la città. L'idea è di garantire che i residenti abbiano facile accesso a tutti i servizi essenziali, come negozi di vicinato, servizi socio-sanitari, impianti sportivi e attività culturali, in un raggio di quindici minuti. “Il nuovo Piano Urbanistico sarà a misura di persone e calibrato sui diversi centri di cui si compone la città: non c'è solo un centro della città di Genova, questo urbanisticamente assodato anche sulla base dell'evoluzione storica della città, ma ci sono una pluralità di centri. Rispetto a ciascuno di questi, l'obiettivo è quello di garantire e semplificare la soddisfazione dei bisogni”.
“Dal 2023 è stato avviato uno studio per adeguare le norme generali e le norme di conformità urbanistico edilizia del Puc alle nuove esigenze di flessibilità, semplificazione e recupero del patrimonio edilizio esistente, in particolare con riferimento ai servizi pubblici e alla riqualificazione ambientale” spiega ancora l’assessore. Sono quattro le linee strategiche per la visione di Genova 2050, individuate in coerenza con le linee programmatiche di mandato: Genova smart (promozione dell'innovazione tecnologica, attrazione di nuove competenze, potenziamento del sistema infrastrutturale valorizzazione delle attività tipiche, sviluppo di nuove infrastrutture digitali), Genova green (mappatura del rischio climatico, promozione della transizione ecologica, fruizione del territorio periurbano, potenziamento del presidio del territorio, promozione della rigenerazione urbana ed extra-urbana), Genova blue (favorire integrazione e interazione porto-città, Zls e retroporto, incremento della fruibilità della cosa, favorire la blue growth, non solo mare ma acqua), Genova friendly (valorizzazione della prossimità e sicurezza urbana, promozione della residenza in aree in abbandono, potenziamento dei servizi, semplificazione delle discipline, valorizzazione del patrimonio storico, culturale e paesaggistico).
L'approccio alla pianificazione si evolve verso un modello che valuta i progetti in base alla loro coerenza con le linee strategiche stabilite e alla loro effettiva capacità di rispondere alle esigenze dei cittadini. In questo contesto i loro bisogni, come l'accesso a negozi di prossimità, servizi socio-sanitari, impianti sportivi e opportunità culturali, diventano il fulcro della pianificazione urbanistica.
“A questa individuazione di bisogni e linee strategiche verranno recepiti gli ulteriori spunti che verranno anche dalle realtà territoriali, perché questa è una pianificazione del territorio fatta per i territori e per le persone che ci abitano” precisa Mascia, che conferma la presenza di un percorso partecipativo che coinvolgerà attivamente stakeholder e territori, partendo da un'analisi approfondita del contesto sociale ed economico. Il documento è aperto al contributo dei territori, coinvolgendo anche i più giovani, come già sperimentato nel Piano del Verde. “Questo approccio mette il bene comune delle persone al centro, a prescindere dal colore dell’amministrazione comunale” conclude l’assessore, precisando che che il Piano strategico è frutto di un lavoro durato oltre un anno.
Commenti