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Politica | 04 marzo 2025, 14:14

Sottosegretari in Regione: per Bucci sono “il fine e non il mezzo”, ma la priorità è l’allargamento della giunta

Il presidente ha chiuso l’accesa discussione in aula: “A noi interessa avere più persone che facciano l’esecutivo, non è detto che in una regione piccola ci sia meno da fare rispetto a una regione grande”

Sottosegretari in Regione: per Bucci sono “il fine e non il mezzo”, ma la priorità è l’allargamento della giunta

I sottosegretari non sono il fine, ma il mezzo”. Così il presidente Marco Bucci è intervenuto oggi al termine della lunga (e tesa) discussione in aula sulla modifica alla legge regionale che consentirebbe l’introduzione dei sottosegretari. L’amministrazione ne vorrebbe “fino a quattro”, ma sarebbe anche pronta a ridurne il numero nel caso in cui da Roma arrivasse l’ok all’aumento degli assessori.
Il problema è la legge Delrio, demagogia pura - ha detto Bucci in aula - una legge così, che confonde chi viene eletto dai cittadini e chi deve fare l’esecutivo, è un’idiozia totale. Come se una regione che ha meno residenti avesse bisogno di meno persone che lavorano. È inaccettabile”.
Un conto è il numero degli assessori, un altro quello dei sottosegretari - ha poi spiegato Bucci andando nel merito della proposta di legge - a noi interessa avere più persone che facciano l’esecutivo, ci sono problemi enormi anche solo di rappresentanza. La cosa più semplice sarebbe fare una legge per svincolare il numero di assessori dal numero di consiglieri. È un tema bipartisan, il Pd ha lo stesso identico problema in Puglia con meno di due milioni di abitanti. Noi, insieme al Pd che governa altre regioni, vogliamo fare questo discorso importante e critico”.

Bucci e la sua amministrazione, quindi, attendono prima l’eventuale legge nazionale che consentirebbe l’introduzione di nuovi assessori, come ha spiegato il presidente: “Se questo viene fatto a livello nazionale, nella legge 17 c’è scritto che vogliamo che gli assessori siano quelli previsti dalla legge nazionale. Vogliamo essere in linea con la legge nazionale. C’è poi l’aggiunta dei sottosegretari, cosa che hanno anche altre regioni. Ne abbiamo indicati fino a quattro perché arriverebbero sino a quattro se non avessimo gli assessori. Le due strade sono in parallelo ma non sono consequenziali una all’altra. È un discorso bipartisan e mi stupisce che non lo sia in aula, perché a livello nazionale lo è”.

Io vorrei avere 13 assessori, in Comune ne avevo 12 e ha la metà degli abitanti della Liguria - ha proseguito Bucci - non si fa in funzione delle persone, ma in funzione di quello che c’è da fare e non è detto che in una regione piccola ci sia meno da fare rispetto a una regione grande. Abbiamo bisogno di persone che ci aiutino a lavorare sulle nostre tre priorità: infrastrutture, sanità e lavoro. Quando si dice che le procedure amministrative sono a carico dei dirigenti e la parte politica è a carico degli eletti e degli assessori, si dice quello che è scritto sul testo unico dell’amministrazione locale che è una legge dello Stato. Pensare che in consiglio regionale sia diverso da quello che dice lo Stato mi sembra molto aggressivo. Quando facciamo in modo che ci sia una divisione netta tra compiti politici e compiti amministrativi, facciamo il nostro dovere. Sentirmi dire che cerchiamo di sottomettere il consiglio perché dividiamo tra compiti amministrativi e compiti politici è ridicolo, inaccettabile da respingere, totalmente falso. L’intenzione è fare il contrario, è portare le discussioni politiche dove devono essere fatte e le discussioni amministrative dove devono essere fatte. Il compito di questo consiglio non è fare l’amministrazione, ma fare la politica, la discussione”.

In conclusione Bucci ha risposto anche alle domande portate in aula dal consigliere Andrea Orlando (PD): “È la cosa principale da fare? No. Le cose principali sono gli obiettivi: infrastrutture, sanità e lavoro. È la cosa prioritaria? Sì, perché è un mezzo. Quello che facciamo noi oggi non è un fine, è un mezzo per raggiungere il fine: infrastrutture, sanità e lavoro. Come facciamo a raggiungerlo? Potenziando l’esecutivo, ne abbiamo bisogno. Se si confonde il fine con il mezzo si fa un grande pasticcio, chi non è in grado di capire che cosa è un fine e che cosa è un mezzo avrà scarso futuro. Noi siamo convinti che sia prioritario fare questa legge che ci consente di avere quel minimo necessario per fare questo lavoro. Se arriva la legge nazionale per gli assessori non avremmo quasi bisogno dei sottosegretari, forse uno. Senza la legge nazionale, abbiamo bisogno dei sottosegretari. Pensare che sia una distribuzione di poltrone è offensivo ed è uno schema della vecchia politica. Il cittadino ha bisogno delle cose fatte ed è esattamente quello che stiamo facendo. Siccome c’è molto consenso a livello nazionale, soprattutto da parte della sinistra, pensavo a una accoglienza migliore. Quello che abbiamo fatto fino ad adesso dovrebbe aver dimostrato la differenza tra il mezzo e il fine”.

Pietro Zampedroni

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