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Politica | 04 marzo 2025, 18:17

Elezioni comunali, Marta Vincenzi e i consigli a Silvia Salis: “Studia tanto, ascolta tutti ma alla fine dovrai sempre decidere tu”

L’ex sindaca di Genova parla della candidata sindaca del centrosinistra: “È molto determinata. Spero che riesca a farsi percepire non solo come una donna, ma come una donna che fa politica per tutti”

Elezioni comunali, Marta Vincenzi e i consigli a Silvia Salis: “Studia tanto, ascolta tutti ma alla fine dovrai sempre decidere tu”

Il mese di marzo porta inevitabilmente con sé la celebrazione della donna e la donna più popolare a Genova, in queste settimane, è senza ombra di dubbio Silvia Salis, la candidata sindaca del centrosinistra alle prossime elezioni comunali. Nel panorama politico genovese, la sua corsa a Palazzo Tursi rappresenta un evento significativo: per la seconda volta nella storia della città, infatti, una donna si presenta ufficialmente per ricoprire questa carica. La prima fu Marta Vincenzi, che ha guidato la città dal 2007 al 2012, succedendo al collega di partito Giuseppe Pericu. Ed è proprio la prima prima cittadina a fare il punto su come la presenza femminile nelle istituzioni abbia sempre faticato ad affermarsi. 

Stiamo vivendo un momento un po' ambiguo: in Italia non c'è mai stata una presidente del Consiglio donna, così come non c'è mai stato un capo dell'opposizione del maggior partito di opposizione donna. In Europa, invece, i vertici sono tutti femminili: Ursula von der Leyen, la presidente della Banca Europea Christine Lagarde, la presidente del Parlamento Europeo Roberta Metsola. Sono tre donne ai massimi livelli - spiega Vincenzi. Ma ,a livello locale, la situazione è diversa. - Nei piccoli comuni le donne ci sono, ma nei grandi stanno sparendo. Riesce ad emergere solo qualche figura femminile, ma si ha l’impressione che si tratti di outsider, persone che riescono a infrangere il tetto di cristallo. E su questo bisognerebbe ragionare: ce l'hanno fatta perché hanno assunto una modalità maschile di fare politica o perché finalmente si evidenzia una differenza al femminile nell'occuparsi della cosa pubblica?

Vincenzi evidenzia una differenza tra i modelli di leadership delle donne politicamente schierate a destra e a sinistra: “Giorgia Meloni è certamente capace e tenace, ma gioca come 'donna sola al comando', con una modalità molto maschile: si circonda di collaboratori che stanno sotto di lei, e con una rabbia dentro che deriva dalla sua esperienza di ‘underdog’ che ce l'ha fatta. È un modello simile a quello di Marine Le Pen e delle esponenti dell'estrema destra in Germania”. Per la sinistra, invece, il percorso è stato più difficile: “Fino a Elly Schlein non c'era proprio nessuno, ed è una vergogna per la sinistra, che ha sempre parlato delle donne come risorsa, ma che spesso per prima le ha fatte fuori. Lei non rivendica alcun gap da dover superare: mi pare la più accogliente e paziente possibile, forse più di chiunque altro a sinistra. L'attaccano da tutte le parti e lei col sorriso prova a resistere”.

Tornando alla realtà genovese, l'ex sindaca non nasconde le difficoltà: “Genova non è una città misogina, ma storicamente il potere è sempre stato nelle mani degli uomini. Non ha mai avuto nemmeno una dogaressa, a differenza di Venezia”. E, proprio per questo, la candidatura di Salis è un passaggio importante: “Mi auguro che esprima la capacità di essere una sindaca al femminile. Penso alla fatica che ho fatto io a imporre la parola 'sindaca': sembrava un'eresia, una sgrammaticatura terribile. Oggi, per fortuna, viene colta con maggiore facilità”.

Riguardo alla sua prima impressione su Silvia Salis, Vincenzi ammette: “Devo essere sincera, non seguendo lo sport, non la conoscevo. Dopo averla incontrata, però, mi ha piacevolmente colpita: è sul pezzo e molto determinata. Spero che riesca a farsi percepire non solo come una donna, ma come una donna che fa politica per tutti”. Il cammino sarà senza dubbio in salita, e alla domanda su un consiglio da dare a Salis per la campagna elettorale, Vincenzi risponde con un pizzico di ironia, con una quasi citazione di ‘Bocca di Rosa’ di Fabrizio De André: “Non vorrei essere quella che dà buoni consigli non potendo più dare il cattivo esempio. Posso solo dirle: studia tanto, ascolta tanto, ragiona con la tua testa. Fatti aiutare da chiunque, ma alla fine devi sapere che sarai tu a dover decidere”. Un incoraggiamento, un monito, un passaggio di testimone, da ex sindaca a candidata sindaca, in una città che, secondo Marta Vincenzi, non rende la vita facile alle donne: “Credo che la condizione femminile sia peggiorata negli ultimi anni. Non voglio indulgere nella nostalgia, ma in passato, durante le grandi battaglie per i diritti, c’era una partecipazione più ampia, sia da parte delle donne che della politica in generale. Oggi, invece, prevalgono solitudine e individualismo, e questa è la cosa peggiore: le donne sono più sole rispetto a qualche decennio fa, e spesso anche più povere.  Esistono sacche di povertà e di isolamento, ci sono donne con cui è difficile instaurare un dialogo. Penso, ad esempio, alle immigrate di seconda e terza generazione, che vediamo sui mezzi pubblici o davanti alle scuole ad aspettare i figli. Non so con chi parlino, che tipo di relazioni abbiano. Anche in quartieri con un forte tessuto associativo, come quello in cui vivo io, esistono aree di abbandono, solitudine e povertà. La politica del territorio dovrebbe porsi l’obiettivo di ricucire questi legami, di riportare queste persone dentro il tessuto sociale. Riuscirci è difficile, ma almeno bisognerebbe provarci, mettere questo tema al centro dell’agenda politica: non possiamo continuare a tagliare i servizi sociali, a privatizzare tutto. Serve recuperare una dimensione pubblica capace di occuparsi davvero delle fasce più deboli e della qualità della vita. E in questo modo, secondo me, si potrebbero anche aiutare molte donne”. 

La scelta di un sindaco o di un programma di governo dipende da molti fattori, non solo dal genere dei candidati - conclude -. Non basta che ci sia una donna al comando, serve una squadra che metta in evidenza questi problemi”.

Chiara Orsetti

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