Il Nazionale

Savona | 27 febbraio 2025, 16:45

Deposito bitume a Savona, la progettazione potrebbe ritornare in auge: antenne dritte dei savonesi

Dopo una decina d'anni il progetto potrebbe ripartire. Ieri l'incontro dal titolo "Bitume 2.0. Si ricomincia" nel quale oltre al passato iter sono state esposte le criticità

Deposito bitume a Savona, la progettazione potrebbe ritornare in auge: antenne dritte dei savonesi

Dopo 14 anni torna a far discutere il progetto per il posizionamento di un deposito di bitume, 9 serbatoi, nel porto di Savona nella zona degli Alti Fondali.

Dopo le battaglie dei cittadini, dei comitati e del mondo politico per contrastare lo stanziamento, sembrerebbe che l'azienda Bit che aveva presentato la progettazione una decina d'anni fa e che era stato approvato dalla Conferenza dei Servizi nel 2013 e rimasto fermo ai box per le diverse iniziative di protesta, voglia riprovarci.

La società aveva infatti vinto un ricorso nel 2022 al Tar contro la Regione. Nel febbraio del 2024 però avevano perso al Consiglio di Stato a cui si era appellato l'ente regionale. Non dovranno pagare i danni alla Bit proprio perché loro avrebbero potuto realizzare il deposito. Da lì, le possibilità di ripartenza dell'iter.

Con la preoccupazione dei savonesi che però ritorna a farsi sentire. Con il titolo "Bitume 2.0 Si ricomincia", è stato organizzato un incontro ieri alla Ubik di Savona nel quale è stato fatto il punto della situazione, sono state ripercorse le vicende del passato e le ripercussioni nel caso in cui il deposito venga installato.

"Dalle proiezioni secondo le direzioni del vento va a impattare sul territorio, ed è veramente fuori luogo - dice l'ingegnere Antonella Fabri del Comitato Savona Porto Elettrico - sembra che l'Autorità Portuale comunque abbia altri progetti sul porto che vadano in conflitto con questi depositi che non sono compatibili con la configurazione iniziale prevista da Bit. Il processo di autorizzazione del progetto era stato condotto senza passare attraverso gli strumenti di Valutazione di Impatto Ambientale che sarebbero stati previsti, sono stati aggirati dei vincoli".

"Abbiamo fatto il punto della situazione partendo dal procedimento come era stato fatto nella prima proposta con la relazione di screening e la risposta della Regione, l'autorizzazione del Ministero dello Sviluppo Economico e la fine del percorso stesso - precisa Angelo Zoia sempre del Comitato che ha ricordato le 15mila firme contrarie al progetto nel 2015 ed un incontro svolto in Sala Rossa - La Bit aveva ricevuto la possibilità di procedere alla fine del 2014, inizio 2015 e tramite una sentenza del Consiglio di Stato aveva tutti i titoli per andare avanti con il progetto".

Nella istruttoria che sarebbe stata fino ad ora la questione sanitaria, secondo quanto discusso ieri, è stata rimossa "nonostante l’affermato rischio potenziale da emissioni odorigene contenuto, anzi solo accennato, sia dalla relazione di screening della Regione che dal documento della Provincia di Savona". 

"Abbiamo preso in considerazione i rischi del bitume e le problematiche ambientali che può creare. Verrebbe posizionato a 300 metri dalle prime abitazioni e tutte le volte che si lavora il bitume l'odore si fa particolarmente forte. Deve essere infatti lavorato a caldo, mantenuto nei serbatoi a 160 gradi e tutte le volte che si scalda emette vapori e aerosol oltre a contenere sostanze dannose che portano con se un odore atipico" ha proseguito ricordando i casi di Zuccarello e Cisano sul Neva.

In conclusione si sono soffermati anche sul "prezzo" che la provincia di Savona ha pagato negli anni e con i progetti che stanno facendo tenere alta l'attenzione i cittadini dal progetto per il posizionamento del rigassificatore in mare a 4 km dalla costa di Vado Ligure e a 2.9 km da Savona passando per il deposito Gnl tra Vado e Bergeggi e il termovalorizzatore. 

"Savona e il territorio savonese sono diventate zona di sacrificio, la spinta capitalistica individua infatti zone dove ci si promette crescita e posti di lavoro ma alla fine lo scopo è concentrare le cose meno volute in aree dove nessuno, pensano loro, si lamenta" conclude.

Nel terminal BIT Savona, secondo quanto era stato ipotizzato nel 2015, sarebbero stati presenti 9 serbatoi con altezze variabili da 8 a 19 metri e una capacità di circa 39.000 m3, occupando una superficie di 10.000 mq nel bacino di Savona, sul nuovo terrapieno contiguo alla diga foranea di fronte al deposito T3, collegato con tubazioni alle banchine di alto fondale caratterizzate da pescaggi fino a 16 metri. Con un investimento significativo di oltre 15 milioni di euro, il terminal avrebbe potuto operare un traffico annuo di circa 150 mila tonnellate l’anno.

La BIT Savona s.c.r.l. aveva inserito nel progetto un sistema per prevenire ogni emissione. “Abbiamo inserito nel progetto un impianto di recupero dei fumi (al 100%) emessi da ogni serbatoio. Non ci saranno fumi dispersi nell’ambiente - aveva spiegato Francesco Giachino – E questo impianto di recupero riguarderà anche le navi che stoccano e scaricano il bitume a Savona”.

Luciano Parodi

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