Il Nazionale

Cronaca | 27 febbraio 2025, 07:45

Dipendenti Anmil senza stipendio, criticità anche a Savona: "Due lavoratrici non lo ricevono da prima di Natale"

A Savona sono rimaste al lavoro solo in 2, negli anni diversi sono andati via per via della situazione di criticità in cui versa l'Associazione a causa del credito vantato con il Ministero del Lavoro

Dipendenti Anmil senza stipendio, criticità anche a Savona: "Due lavoratrici non lo ricevono da prima di Natale"

Un problema nazionale che da anni però ha anche una ricaduta su Savona.

Al centro il ritardo dei pagamenti all'ANMIL (Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi) da parte del Ministero del Lavoro. Da una decina d'anni infatti il Dicastero avrebbe accumulato debiti con l’Anmil per oltre 10 milioni di euro.

Per questo ad essere in difficoltà non è solo l'Associazione stessa ma anche i dipendenti che negli anni hanno subito ritardi considerevoli per il pagamento degli stipendi. Per questo alcuni hanno deciso di andare via.

A Savona ad esempio sono rimaste al lavoro solo due dipendenti, a Genova fino a qualche tempo fa i lavoratori erano 5 e ora sono rimasti in due.

"Le problematiche degli stipendi ci sono e c'è preoccupazione in tutta Italia. Come Savona siamo una sede piccola ma lavoriamo tantissimo e le nostre dipendenti sono bravissime. Ma è da prima di Natale che non ricevono lo stipendio (ricevono solo un contributo di solidarietà dall'INPS. ndr). Se il Ministero pagasse i crediti la situazione sarebbe diversa" ha detto la presidente dell'Anmil Savona Rita De Falco.

Nel frattempo i dipendenti dell’ANMIL e delle sue entità correlate, tra cui Patronato ANMIL, CAF ANMIL e IRFA, hanno manifestato lo scorso 23 gennaio davanti al Ministero del Lavoro a Roma per denunciare le violazioni dei loro diritti e condizioni lavorative insostenibili.

Circa 450 famiglie si trovano infatti in una situazione critica, minacciate da riduzioni di orario, licenziamenti e una gestione interna difficile. I lavoratori segnalano numerosi problemi, a partire dai ritardi nei pagamenti degli stipendi, dovuti a crediti di oltre 10 milioni di euro nei confronti del Ministero del Lavoro, che non hanno trovato risposta dalla dirigenza.

La firma dei contratti di solidarietà, avvenuta senza alcuna consultazione, aveva alimentato il malcontento, così come i controlli sull’attività lavorativa persino durante le pause, che hanno portato a richiami e penalizzazioni.

A peggiorare la situazione è stata la decisione di abolire il lavoro agile, nonostante le riduzioni orarie già in atto, e di imporre trasferimenti punitivi, spesso senza preavviso e senza coprire le spese, con l’obiettivo implicito di provocare dimissioni.

La situazione è ulteriormente aggravata dalla prospettiva di una possibile cessione del Patronato ANMIL e della conseguente chiusura del CAF ANMIL, una misura che avrebbe un impatto devastante sulle famiglie dei dipendenti e sull’utenza che dipende dai servizi offerti. Inoltre, la gestione amministrativa è stata affidata a figure politiche, allontanandosi dalla mission originaria dell’associazione e causando un degrado generale dell’ambiente lavorativo.

I manifestanti avevano chiesto al Ministro del Lavoro, Marina Calderone, di intervenire con un controllo approfondito sulla gestione dell’ANMIL per garantire trasparenza e rispetto dei diritti dei lavoratori. Allo stesso tempo, vogliono sensibilizzare i 250.000 iscritti all’associazione e gli utenti dei servizi sull’impatto che l’attuale crisi gestionale potrebbe avere in termini di ritardi e disservizi.

Con questa manifestazione, i dipendenti avevano voluto riaffermare il loro impegno verso i valori fondanti dell’ANMIL e la tutela dei più deboli, chiedendo alle istituzioni di agire per preservare una realtà storica che ha rappresentato per decenni un pilastro nella difesa dei diritti dei lavoratori.

Foto nell'articolo di Roberto Rossi

Luciano Parodi

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