La proiezione del film “Guerra in Ucraina, possibili iniziative di pace dei Comuni italiani”, prodotto da Russia Today (emittente sanzionata dall’UE), nel Salone di Rappresentanza del Comune di Genova è ormai un caso politico.
L’iniziativa del consigliere comunale Mattia Crucioli (Uniti per la Costituzione), in programma il 28 febbraio, vedrà anche la partecipazione del giornalista Vincenzo Lorusso, promotore di una raccolta firme contro le dichiarazioni del presidente Sergio Mattarella che ha paragonato l’azione della Russia di Putin al Terzo Reich, ed è stata al centro della seduta del consiglio comunale genovese con le interrogazioni presentate da Rita Bruzzone (PD) ed Elena Manara (Vince Genova). Sul tema era intervenuto ai nostri microfoni anche padre Vitaly Tarasenko che aveva invitato Genova a “non piegarsi alla propaganda”.
“Questa interrogazione non vuole limitare la libertà di espressione di alcun gruppo politico - ha detto in merito Rita Bruzzone - la sala di rappresentanza è una sala istituzionale e parteciperà un giornalista che si è reso protagonista di una raccolta firme contro il Presidente della Repubblica”.
Manara, invece, nel chiedere spiegazioni sull’assegnazione della sala, l’ha definita una “iniziativa che parla di pace” e “un titolo che ci interessa tutti”.
L’assessore Francesca Corso ha aperto il proprio intervento citando Martin Luther King e il suo celebre “la mia libertà inizia dove finisce quella altrui” per poi andare nel merito della concessione: “È sancita da un regolamento con una delibera dell’allora sindaco Pericu che definisce l’uso del salone e di altri spazi che vengono concessi ai gruppi consiliari come estensione della loro attività istituzionale. Il richiedente firma un modulo nel quale dichiara che l’uso del salone è attinente alla funzione del mandato del consigliere prendendosi la responsabilità di quello che avverrà all’interno del salone”.
Poi, in merito alla partecipazione di Lorusso, Corso ha detto: “Non è vietato pensarla in maniera difforme rispetto al Presidente della Repubblica, non ha fatto nulla di illegale”.
“La delibera dell’amministrazione Pericu non prevede una discrezionalità politica nella concessione di uno spazio - ha concluso Corso - la scelta di censurare sarebbe stata una scelta politica e sarebbe stata sbagliata. Per quanto riguarda l’emittente, mi risulta che la trasmissione sia stata sanzionata, non la trasmissione del film. Non c’è motivo per cui il salone non venga concesso al consigliere Crucioli, non necessariamente quello che viene detto nel salone di Rappresentanza non debba essere di parte. Se viene fatto nel rispetto delle leggi l’amministrazione non può negare spazi che sono di tutti quanti”.
Intanto la questione è arrivata anche all’attenzione del Parlamento con l’interrogazione a risposta scritta presentata dalla deputata Federica Onori (Azione)per chiedere “quali iniziative di competenza intendano adottare per garantire che gli spazi pubblici italiani non vengano utilizzati per la diffusione di messaggi che potrebbero essere percepiti come veicolo di propaganda e provenienti da entità soggette a sanzioni europee”.
Commenti