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Cronaca | 25 febbraio 2025, 09:25

"Giallo Seajewel", multata la Seacharm per non aver dichiarato l'attentato subito in Turchia

La Capitaneria li ha sanzionato per non aver dichiarato nel formulario di essere stati colpiti a Ceyhan. Proseguono le indagini, verrà analizzato il petrolio scaricato

"Giallo Seajewel", multata la Seacharm per non aver dichiarato l'attentato subito in Turchia

Sarebbe stata multata per non aver dichiarato di essere stata colpita da un attentato nel porto turco di Ceyhan lo scorso 17 gennaio.

La Capitaneria ha sanzionato la nave petroliera Seacharm, gemella della Seajewel, colpita da un'esplosione (la seconda si è staccata dalla nave esplodendo in mare) nella nella notte tra il 14 e il 15 febbraio quando era ormeggiata al campo boe Sarpom tra Savona e Vado Ligure.

Seacharm arrivata nella rada savonese quando ancora erano in corso gli accertamenti sulla Seajewel (arriverà domani mattina nel Pireo in Grecia dove verrà riparata), aveva preso il suo posto nelle boe e successivamente dopo i controlli di routine sulla chiglia e lo scaricamento del greggio aveva ripreso il suo viaggio in direzione Malta (è giunta a destinazione stanotte).

Però nei giorni in cui è stata nel mare savonese non sarebbe stato compilato dal Comandante della nave il classico formulario di sicurezza che viene stilato all'arrivo dove si specificano tutti i movimenti degli ultimi 10 scali. 

Una sorta di omissione che sarebbe stata segnalata anche agli inquirenti e che fa aumentare i "sospetti" (perchè non lo hanno specificato? ndr) e infittire ancora di più il mistero. Soprattutto in virtù di quello che è successo 10 giorni fa.

 

Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova ed effettuate dalla Digos e dalla Capitaneria di Porto di Savona nel frattempo continuano tra la ricognizione delle telecamere presenti e le analisi sulla scatola nera e sui pesci morti a causa del secondo scoppio.

Dopo gli accertamenti che erano stati effettuati sullo scafo dai sommozzatori del Comsubin e dagli artificieri della Polizia pare siano stati rivenuti a galla e sul fondale alcuni frammenti probabilmente legati alla seconda esplosione in mare.

Pare inoltre che verrà analizzato il greggio che era presente a bordo della Seajewel e poi scaricato alla Sarpom.

L'armatore Thenamaris, che secondo quanto appurato nel 2022 sarebbe stato inserito nella lista degli "sponsor di guerra" di Mosca da larte dell'agenzia anticorruzione ucraina (poi ne sarebbe uscito) si era messo a disposizione degli inquirenti tramite uno studio legale. E la settimana scorsa sarebbe stato ascoltato anche un consulente che però non avrebbe fornito dichiarazioni significative.

Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sarebbe finito comunque anche un attentato avvenuto il primo febbraio nel porto commerciale di Tripoli in Libia. Il modus operandi pare infatti sia lo stesso così come l'ordigno utilizzato. In quel caso ad essere colpita era stata una nave mercantile, la Grace Ferrum che era salpata a gennaio dal porto russo Ust-Luga. Con l'attacco che però era andato a "segno".

Due erano stati i danneggiamenti: una falla di circa un metro sopra la linea di galleggiamento e una seconda di circa due metri di diametro sott'acqua. Che hanno provato la fuoriuscita di carburante. Fatto questo che per fortuna non é avvenuto a Savona. Da capire ancora se gli ordini sono stati piazzati in Algeria (la Sejawel era partita da lì, improbabile però) o se dal litorale savonese.

Da questa notte comunque ha lasciato le boe Sarpom la petroliera "Kmarin Resourche" che negli ultimi giorni ha subito un'accurata ispezione subacquea della carena. 

Dopo quello che è avvenuto i controlli si fanno sempre più approfonditi e le indagini proseguono. Nel massimo riserbo.

Luciano Parodi

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