Mentre partiti e movimenti del centrosinistra genovese stanno facendo fine opera di mediazione per costruire una coalizione progressista larga come mai prima d’ora, le parole dell’avvocato Filippo Biolé sono arrivate a squarciare la tela del quadro segnando un netto solco tra la squadra a sostegno di Silvia Salis e chi si era proposto (in teoria) come catalizzatore del pensiero civico genovese ‘anti destra’.
Biolé, nella nota diffusa sabato per annunciare l’intenzione di proseguire nella propria corsa solitaria, non ha fatto giri di parole nel definire Salis rappresentativa del “potere, maschilista e inamovibile”.
Parole che, inevitabilmente, hanno scosso il ‘campo largo’. E se Salis, per ora, sceglie di non replicare, chi invece lo fa è Rossella D’Acqui, presidente di Linea Condivisa, prima candidata sindaca del centrosinistra poi fattasi da parte per lasciare strada a Silvia Salis.
Come avete preso le parole di Biolé?
“Definirla così non sta né in cielo né in terra, trovo assurdo che oggi ci sia qualcuno che riesce ancora a dire che le donne sono espressione di qualcun altro. Lo trovo offensivo per tutte le donne, ancor più offensivo per una donna che ha dimostrato di essere capace di combattere con grinta e di raggiungere risultati per quello che è, per quello che rappresenta. È vissuta a Genova, figlia di un custode e di un’assistente sociale, quando parla di solidarietà e inclusione non lo fa per sentito dire, ma perché fanno parte del suo Dna. L’ho trovato incongruo da parte di qualcuno che afferma di voler mandare a casa la destra e dal momento in cui a Genova si manifesta un fatto eccezionale con una coalizione il più larga possibile per mandare via la destra che ha portato Genova al lumicino, vuol mantenere un ruolo distinto e un po’ marcare il territorio che è caratteristica maschile animale, ma il risultato qual è? Pensa davvero di diventare il sindaco di questa città? L’ho trovato veramente offensivo per tutte le donne, come si fa nel 2025 a pensare che le donne siano solo rappresentative del ruolo di qualcun altro? È una cosa pesante, incongrua”
Per lui le porte sono chiuse anche in un eventuale secondo turno?
“Penso che la coalizione debba essere la più ampia possibile, come Linea Condivisa non abbiamo mai messo veti e non li mettiamo certamente adesso, trovo che sarebbe stato bello che anche lui, come ho fatto io, facesse un passo indietro a fronte del fatto che alcune delle posizioni espresse potevano essere condivise e oggetto di un programma comune, come abbiamo fatto noi con alcune idee proposte a Silvia. La sosterremo con tutto il nostro entusiasmo. Ho fatto un passo indietro perché ho ritenuto che fosse una candidata che potesse rappresentare tutta la coalizione con una ventata di freschezza. La nostra città esprime una donna capace di coagulare tutte le forze intorno a lei. Il fatto di insistere sulle differenze in questo momento è un altro aspetto maschilista”
Le è pesato ritirare la candidatura?
“Non mi è pesato, personalmente avevo messo a disposizione la mia faccia nel momento in cui c’era un pantano, per cercare una soluzione possibile avendo chiaro che per me l’obiettivo principale è mandare a casa la destra e riprenderci Genova. Dal momento in cui è emersa una candidata che è meglio di me e può rappresentare questo obiettivo, ho fatto un passo indietro con serenità. Sono contenta per la gente che mi ha scritto al momento della mia candidatura e anche per chi dopo ha apprezzato il mio gesto”
Riuscirete a tenere insieme la coalizione? Su certi temi, ad esempio le infrastrutture, ci sono differenze di visione piuttosto marcate tra voi e, ad esempio, Italia Viva
“Oggettivamente ci sono dei temi su cui Linea Condivisa e Italia Viva sono sempre stati molto distanti, ma vedo elementi positivi. Silvia è una civica vera, non è una persona che ha alle spalle un partito che ha fatto delle scelte o messo dei paletti, ha un grado di libertà di pensiero rispetto alle prospettive che un candidato di altro tipo potrebbe avere. Per me è “Skymetro no” e “funivia no”. Nella sua storia personale queste cose non ci sono, essere mediatrice tra portatori di idee diverse è fondamentale. È una persona capace di mettersi in mezzo a un conflitto e cercare di risolverlo. I presupposti di dire “a chi serve?” e “chi paga?”, sono domande fondamentali. Se il presupposto è questo, si può lavorare insieme”
Però poi, se sarete in amministrazione, dovrete anche votare…
“Lei eserciterà fino in fondo il suo ruolo di mediatrice per potenziali conflitti”
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