Anche la petroliera Seacharm questa notte ha lasciato la rada di Savona-Vado. Dopo gli accurati controlli degli ultimi giorni sulla nave "gemella" della Seajewel colpita nella notte tra il 14 e il 15 febbraio da un ordigno che ha colpito lo scafo (il secondo si è staccato forse a causa della prima esplosione ed è esploso in mare), intorno all'una e mezza è ripartita alla volta di Malta.
Seacharm che era stata rimasta vittima di un attentato simile nel porto turco di Ceyhan lo scorso 17 gennaio.
Venerdì nel tardo pomeriggio invece proprio la nave battente bandiera maltese dopo il via libera alla navigazione del Rina era salpata per raggiungere il porto del Pireo in Grecia dove verrà riparato lo squarcio di 70x120 cm.
Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova ed effettuate dalla Digos e dalla Capitaneria di Porto di Savona comunque continuano dopo aver acquisito le testimonianze in settinana dell'equipaggio tra la ricognizione delle telecamere presenti, le analisi sulla scatola nera e sui pesci morti a causa del secondo scoppio.
Dopo gli accertamenti effettuati sullo scafo dai sommozzatori del Comsubin e dagli artificieri della Polizia pare siano stati rivenuti a galla e sul fondale alcuni frammenti probabilmente legati alla seconda esplosione in mare. Pare inoltre che verrà analizzato il greggio che era presente a bordo della Seajewel e poi scaricato alla Sarpom.
L'armatore Thenamaris, che secondo quanto appurato nel 2022 sarebbe stato inserito nella lista degli "sponsor di guerra" di Mosca da larte dell'agenzia anticorruzione ucraina (poi ne sarebbe uscito) si è messo a disposizione degli inquirenti tramite uno studio legale. E nelle ultime ore sarebbe stato ascoltato anche un consulente che però non avrebbe fornito dichiarazioni significative, anzi.
Sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti sarebbe finito comunque anche un attentato avvenuto il primo febbraio nel porto commerciale di Tripoli in Libia.
Il modus operandi pare infatti sia lo stesso così come l'ordigno utilizzato. In quel caso ad essere colpita era stata una nave mercantile, la Grace Ferrum che era salpata a gennaio dal porto russo Ust-Luga. Con l'attacco che però era andato a "segno". Due erano stati i danneggiamenti: una falla di circa un metro sopra la linea di galleggiamento e una seconda di circa due metri di diametro sott'acqua. Che hanno provato la fuoriuscita di carburante. Fatto questo che per fortuna non é avvenuto a Savona.
Da capire ancora se gli ordini sono stati piazzati in Algeria (la Sejawel era partita da lì, improbabile però) o se dal litorale savonese.
Da questa domani mattina comunque fino all'ingresso della nave nel Terminal, è scattato l'intervento d’ispezione subacquea della carena della petroliera "Kmarin Resource", battente bandiera della Gran Bretagna arrivata a Savona ieri in tarda serata.
Il Comandante della Capitaneria di Porto di Savona Matteo Lo Presti ha firmato un'ulteriore ordinanza che autorizza la società I.L.Ma Sub ad intervenire nella zona Delta della rada di Savona sulla nave in arrivo da Ceyhan, il porto turco dove proprio la Seacharm fu danneggiata.
"Tutte le unità in in transito in prossimità della zona devono: prestare la massima attenzione; procedere a lento moto mantenendo una distanza minima di 50 metri dai mezzi nautici impiegati e dagli operatori subacquei impegnati nelle operazioni in questione, al fine di garantire il più ampio gradiente di sicurezza e, nel contempo, non ostacolare dette attività" viene spiegato nell'ordinanza.
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