La petroliera Seajewel non é più ormeggiata nella rada di Savona.
Ad una settimana esatta dallo scoppio di due ordigni, uno sullo scafo con uno squarcio di 70x120 centimetri e l'altro in mare (l'ordigno pare si sia staccato dopo la prima esplosione), la nave battente bandiera maltese ieri pomeriggio dopo tutti i controlli del caso e il via libera alla navigazione del Rina e della DDA, non è infatti sotto sequestro, ha riacceso i motori in direzione Grecia dove dovrà essere tirata in secca per essere riparata.
Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia e Antiterrorismo di Genova ed effettuate dalla Digos e dalla Capitaneria di Porto di Savona nel frattempo proseguono tra la ricognizione delle telecamere presenti, le analisi sulla scatola nera e sui pesci morti a causa del secondo scoppio e l'acquisizione delle testimonianze dell'equipaggio.
Dopo gli accertamenti effettuati sullo scafo dai sommozzatori del Comsubin e dagli artificieri della Polizia pare siano stati rivenuti a galla e sul fondale alcuni frammenti probabilmente legati alla seconda esplosione in mare.
Pare inoltre che verrà analizzato il greggio che era presente a bordo della Seajewel e poi scaricato alla Sarpom.
L'armatore Thenamaris, che secondo quanto appurato nel 2022 sarebbe stato inserito nella lista degli "sponsor di guerra" di Mosca da larte dell'agenzia anticorruzione ucraina (poi ne sarebbe uscito) si è messo a disposizione degli inquirenti tramite l'avvocato Cesare Fumagalli.
La nave "gemella" Seacharm, comunque è ancorata alle boe Sarpom e sono in atto tutti i controlli del caso visto che sarebbe rimasta vittima di un attentato simile nel porto turco di Ceyhan lo scorso 17 gennaio.
Il Comandante della Capitaneria di Porto di Savona Matteo Lo Presti ha firmato giovedì l'ordinanza che autorizza la società I.L.Ma Sub ad intervenire proprio sulla carena della petroliera. A presidiare l'area i mezzi della Guardia Costiera e Transmare.
La Seajewel, era infatti già finita nel mirino di alcune inchieste giornalistiche sulle cosiddette "flotte ombra" della Russia, quelle petroliere che, con triangolazioni sospette attraverso Stati extra UE, aggirano le sanzioni per trasportare illegalmente greggio russo verso il mercato europeo.
Secondo "Ukrainska Pravda", questa nave avrebbe più volte fatto scalo a Novorossijsk, il porto russo sul Mar Nero, per poi ripartire verso la Turchia e successivamente dirigersi in Europa.
Secondo i giornalisti ucraini, avrebbe più volte fatto spola tra porti di Federazione Russa e Turchia. Una rotta simile a quella della Ursa Major, il tanker affondato nelle acque spagnole lo scorso Natale.
Commenti