“Ho letto dichiarazioni molto fantasiose ma, oggettivamente, Masu da un anno e mezzo ha molta fantasia: all’inizio in città ci strappava grandi sorrisi, ora sta diventando un grillo parlante fastidioso. Così come pare avere, seppur non ne capisco davvero il motivo, un po’ di livore verso chiunque (tifosi, amministrazione, etc), non solo verso di me. La storiella dell’uomo solo contro tutti, però, non funziona più dagli anni 60! Capisco la frustrazione del momento, ma è evidente che ormai ha perso il contatto con la realtà, chi gli vuol bene dovrebbe aiutarlo o, almeno, consigliarlo meglio. Ad esempio, poi, pare avere anche la memoria corta, quindi è bene ricordargli anche le diverse lettere ricevute dal mio avvocato (a cui non ha neanche mai risposto) per recuperare un mio credito che ancora vanto verso di lui, e che non ho - fino ad ora - mai messo in esecuzione solo perché la mia eleganza mi porta a non essere tipo da mettere il cappio in collo a chi è difficoltà”.
Sono le parole di Marco Del Gratta, ex patron della Sanremese, che risponde all’intervista del nostro giornale all’attuale presidente del sodalizio biancoazzurro. “Io davvero non mi spiego la necessità di Masu di parlare sempre di me. Vi giuro che non me lo spiego, qualcuno dovrebbe chiederglielo. Ricorda quegli anti-eroi dei romanzi o dei film che per avere un senso nel mondo hanno bisogno di crearsi un nemico. Io vivo serenamente la mia vita ma, puntualmente, devo essere molestato dai suoi continui riferimenti offensivi sulla stampa e sui post. Ma perché? Masu poi fa molta filosofia e crede di essere bravo nel marketing, ma il discorso è molto, molto, semplice: c’è un atto pubblico, del Notaio, che dice la verità. Così come ci sono le scritture allegate. Il resto è becero chiacchiericcio da bar, finalizzato solo a provare a prendere in giro chi, secondo lui, sono gli stolti che potrebbero cascarci. E se pensa che non sia così, che li pubblichi così tutti sapranno cosa abbiamo firmato: io non ho alcun problema, chissà lui”.
Quanto ai debiti: “Anche ipotizzando eventuali debiti da 240mila euro, gli altri 500mila (mandati in fumo in pochi anni) dove sono? Come li ha spesi? Di certo non per comprare giocatori forti per la squadra, visti i risultati”. Del Gratta rincara la dose: “Prima di parlare male di me, e davvero, ripeto, non ne capisco il motivo dal momento che sono uscito dal calcio matuziano diversi anni fa, dovrebbe tacere, ancor di più poiché, se vogliamo fare i conti bene per davvero, lui ha pure goduto dei contributi (Covid, Giovani D Valore, cessione di giocatori, etc) maturati durante gli anni in cui, grazie ai miei sacrifici, la squadra si giocava la vittoria e non navigava per non retrocedere; figuriamoci cosa sarebbe successo se non avesse avuto manco quelli”.
“Le parole di Masu fanno male, mi offendono e feriscono – va avanti Del Gratta - anche in funzione del fatto che sono venuto a sapere che, nella riunione con il settore giovanile, ha detto che potrà pagare gli stipendi solo a fine campionato, e non ha fatto altro che diffamarmi. La questione per me è satura ed il vaso è colmo: Masu ha acquistato una società conoscendone pregi e difetti, ed oggi deve preoccuparsi esclusivamente della drammatica, per sua stessa ammissione, situazione in cui l’ha ridotta. Siccome sono stufo, vi dico anche che il mio legale ha già tutto in mano e procederà penalmente contro di lui, perché non ho più intenzione di vedere la mia reputazione lesa da un farneticante che pensa di imputarmi responsabilità che sono sue, e solo sue. Se poi, dopo aver voluto la bicicletta, si è accorto di non saper pedalare, beh allora che venda e salvi la Sanremo sportiva dai disastri che sta combinando”.
Cosa pensa delle strutture sportive di Sanremo: “Si dice che la città dei fiori non abbia le strutture – risponde - ma questo non è vero perché ci sono altre città messe decisamente peggio, tenuto conto anche delle difficoltà morfologiche che ci sono. Se uno vuole andare in C si può fare e il comune è sempre intervenuto, ma se vogliamo fare uno stadio da migliaia di persone sappiamo che è impossibile”.
Parlando di calcio e di società tornerebbe alla Sanremese? “Non con questi debiti, che li risani chi li ha provocati… bisognerebbe costituire una nuova società. La situazione attuale della Sanremese è fallimentare ma si potrebbe rifare tutto, o partendo dal basso oppure acquistando un altro titolo sportivo”. Magari con il Taggia: “Io non ho mai parlato con nessuno della squadra giallorossa anche se potrebbe essere una possibilità, ma come tante altre”.
Masu vorrebbe costruire uno stadio, ad Imperia Ruggieri sarebbe interessato alla società ma solo costruendo un impianto nuovo. Non crede che sia l’unica soluzione per un imprenditore visti i costi che il calcio, anche minore, ha in questi tempi di pay-tv? “Sono d’accordo ma ricordo che ci sono tre categorie di presidenti: la prima è chi mette passione ed amore con un po’ di soldi. In questo modo non si può andare in A o B ma in C si. Lo abbiamo dimostrato a Sestri Levante, prima ottenendo risultati e poi ottenendo dal Comune la possibilità di ristrutturare lo stadio. La seconda categoria è di quelli che ne fanno un fatto imprenditoriale. Ovvero chiedono di costruire. La terza categoria è quella dei banditi e ce ne sono tanti”.
Secondo lei la Sanremese può fare quello che hanno fatto Sestri Levante ed Entella? “Si ma il problema di fondo è quello di far unire le forze tra diversi imprenditori. Uno da solo in provincia di Imperia non può a meno che non si chiami Walter Lagorio o se arriva un oligarca russo o un petroliere arabo. Io ho sentito più volte parlare Masu di Serie B ma con un fatturato come il suo è oggettivamente impossibile”.
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