L'eco dell'esclusione dell'Albenga dal girone A del campionato di Serie D continua a propagarsi. Ai tanti messaggi di solidarietà arrivati ai sostenitori bianconeri, ieri sera si è unita anche la Sanremese; una nota, quella matuziana, attenta a sottolineare le criticità che molti club del massimo campionato dilettantistico nazionale stanno affrontando. Un punto di partenza per il presidente Masu, dal quale partire per analizzare con schiettezza la situazione del club ponentino.
Presidente, il girone A ha una squadra in meno: "Non credo di essere stato un mago o un veggente quando ho fatto determinate dichiarazioni. Nel calcio esistono due tipi di società: quelle gestite da persone con tornaconti non troppo trasparenti oppure con a capo imprenditori più o meno bravi ma comunque riconoscibili. Sta a loro, ogni anno, spendere circa un milione di euro per mantenere la propria squadra, a patto però che sia tutto alla luce del sole e con contratti pienamente regolari. Quando sento club parlare di budget decisamente inferiori, qualche dubbio effettivamente mi sorge..."
La necessità di generare introiti dalle strutture è sempre stata un suo punto fermo: "A Sanremo c’è il sole, il Festival, il mare, ma anche strutture sportive obsolete e inadeguate. A Pian di Poma siamo costretti a elemosinare gli spogliatoi al rugby o al baseball da anni per il nostro settore giovanile. Ora che si è rotta anche la caldaia, giustamente il team della palla ovale ci ha palesato le sue rimostranze. Adesso siamo costretti a far cambiare i bambini in macchina e magari fargli fare i propri bisogni dietro qualche albero, dato che non c'è nemmeno un bagno chimico. Ieri abbiamo inviato una PEC al Comune a riguardo, sperando di ottenere una risposta adeguata".
Il progetto Arena Sanremo si è fermato? "No, presto presenteremo un progetto di ristrutturazione del Comunale, di portata però minore, seguendo le indicazioni degli uffici competenti, con tanto di parcheggi sottostanti all'impianto e minimi spazi commerciali. Sono curioso di vedere cosa accadrà. Per Pian di Poma l'intenzione è di costruire almeno una tribuna integrandola con i servizi che al momento mancano. Società come Camporosso e Vallecrosia, a cui va tutta la mia stima, sono anni luce avanti con i loro impianti: hanno modo di avere entrate e servizi proporzionalmente enormi rispetto alla realtà dei presunti lustrini di Sanremo".
A proposito di numeri, si parla di una situazione debitoria pesante per la Sanremese: "Il debito totale ammonta a circa 700.000 euro, di cui 500.000 già rateizzati, e ci sono delle motivazioni precise, non riconducibili a una cattiva gestione nostra. Nel bilancio del 30 giugno 2021 abbiamo ereditato passività per 240.000 euro, più 10.000 di sanzioni, dalla precedente gestione Del Gratta. Altri 250.000 euro vanno aggiunti per le spese progettuali relative all'Arena Sanremo e a Pian di Poma, senza dimenticare gli 80.000 euro di utenze, non pagate al Comune dalla precedente dirigenza, a cui abbiamo dovuto far fronte noi. A tutto questo si aggiunge il fatto che i primi anni abbiamo dovuto pagare per allenarci ovunque in provincia con la prima squadra e non abbiamo mai potuto gestire l’impianto di Pian di Poma con bar ristorante per poter organizzare tornei e manifestazioni che porterebbero nelle casse della società almeno 200.000 euro l’anno. Fate voi i conti e moltiplicate per quattro anni e, caso strano, il debito societario si azzererebbe! In un contesto del genere, però, mantenere un club in Serie D è un vero e proprio lusso. Detto questo, ci tengo a precisare che l'esposizione nei confronti dei fornitori è minima: credo che a stento raggiunga i diecimila euro, nettamente in linea con una gestione ordinaria del pagamento ai fornitori".
Si sente di rinnovare il suo impegno alla guida della Sanremese? "Di certo non la farò fallire e non la lascerò in mano a dei banditi. Non lo faccio per due motivi: in primis, mi reputo una persona seria, e inoltre abito a Sanremo con la mia famiglia, che crede nel mio progetto sociale e sportivo. Per quanto riguarda un'eventuale cessione, posso dire che nessun soggetto serio è venuto a bussare alla nostra porta".
Sullo stadio Sclavi il sindaco Conio è stato perentorio: attende presto una risposta da voi e dal Taggia: "La situazione è presto detta: il Taggia non vorrebbe partecipare al bando, visto l’impegno economico sproporzionato alla durata della gestione, diventata ridotta dai vari ricorsi promossi dalla società Argentina, e senza di loro, noi non possiamo andare avanti, essendo stata costituita un'ATI tra la Sanremese e il Taggia Calcio. Io non mi tirerei indietro, lo Sclavi è una struttura davvero interessante e con un alto potenziale."
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