Un clima pesante, con decine di uomini in divisa schierati agli ingressi e un gruppo di studenti che urlano e protestano srotolando dal tetto anche uno striscione contro il vicepremier, Antonio Tajani. L’anno accademico del Politecnico di Torino comincia con una tensione palpabile, finendo per blindare una cerimonia che ha richiamato nell’aula magna di corso Duca degli Abruzzi i massimi esponenti degli enti locali, oltre al ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo.
No alla guerra
Nel mirino soprattutto le ricerche svolte al Poli e che confinano con il settore della Difesa, contestate da chi vede un’inclinazione verso la guerra, così vicina e presente in questi giorni.
Scotch sulla bocca
Due studenti, quando tocca al vicepremier prender la parola, si tappano la bocca con lo scotch e cercano di consegnare un foglio a Tajani che lo rifiuta, mentre riescono a farlo arrivare a Zangrillo, seduto in prima fila.
Focus sull’Internazionalizzazione
Passa così quasi in secondo piano la cerimonia che ormai per tradizione declina i propositi e le intenzioni dell’ateneo per i mesi a venire. Con un filo conduttore già delineato: una spinta sempre più forte verso l’Internazionalizzazione. Lo stesso rettore Stefano Corgnati apre il suo discorso dicendo: “Sto meglio qui adesso che nelle ultime 14 ore”, facendo implicito riferimento alle proteste e all’occupazione degli studenti.
“Dove c’è crescita non c’è guerra”
“Dove passa la crescita non c’è guerra - ha detto Tajani - perché dove passano le merci non passano le armi. Per questo serve una grande motivazione da parte dei giovani a essere sempre più protagonisti, a cominciare dagli studenti del Politecnico, in un ateneo sempre più orientato all’internazionalizzazione”
“Qui si spera nella pace”
“Qualcuno cerca sempre di rovinare la festa ma qui non c’è guerra, c’è speranza di pace. Dallo spazio arriveranno soluzioni per la medicina e per le tecnologie anche per la pace”, ha detto l’assessore regionale Andrea Tronzano, prendendo la parola in apertura di cerimonia.
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