Il Nazionale

Cronaca | 20 febbraio 2025, 18:33

Operazione “Chicken Game”: scoperto sfruttamento dei lavoratori in un’azienda avicola nell’Astigiano

La Guardia di Finanza smaschera un sistema di impiego irregolare di lavoratori extracomunitari in condizioni degradanti. Sanzioni per oltre 1,7 milioni di euro

Operazione “Chicken Game”: scoperto sfruttamento dei lavoratori in un’azienda avicola nell’Astigiano

I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Asti, coordinati dalla locale Procura della Repubblica di Asti, hanno condotto accertamenti di polizia giudiziaria nei confronti di un’azienda del settore avicolo, che è risultata aver impiegato nell’esercizio della propria impresa manodopera irregolare, sottoponendo alcuni dipendenti, cittadini extracomunitari, a condizioni di sfruttamento senza ogni minima tutela normativa prevista dall’ordinamento, approfittando del loro stato di bisogno.

L’operazione, denominata “Chicken Game”, condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria di Asti, ha portato infatti a delineare la condotta illecita di un imprenditore, cittadino anch’egli extracomunitario, resosi attore prima del reclutamento senza la stipula di alcun contratto e poi dell’impiego in nero, come dipendenti operai, di taluni cittadini extracomunitari già dimoranti presso il C.A.S. di Castello d’Annone (AT); costui per evitare il rischio di incorrere in controlli e quindi in sanzioni, avrebbe fatto in modo che i lavoranti venissero prelevati presso il C.A.S. con autovetture, nelle ore serali/notturne ed impiegati in orario notturno, promettendogli una retribuzione in nero, senza contributi previdenziali, privi di assicurazione sugli infortuni e tutele previdenziali.

I successivi approfondimenti condotti dalle Fiamme Gialle astigiane, anche mediante l’elaborazione della documentazione acquisita all’atto dell’esecuzione degli accertamenti delegati dal Pubblico Ministero, hanno consentito di corroborare in definitiva elementi utili a suffragare l’ipotesi penalmente rilevante in ordine all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro ex. art. 603 bis del c.p., nonché riscontrare elementi espressivi a carico del datore di lavoro indagato di condotte rilevanti pure in ordine ai reati di cui all’art. 582 – Lesione personale e art. 612 – Minaccia.

I lavoratori ritenuti vittime di sfruttamento, approfittando del loro stato di bisogno, pare siano stati impiegati senza alcun contratto in condizioni insalubri, a contatto con il guano dei volatili, senza alcun dispositivo di protezione e senza informazioni e/o formazione sulla sicurezza del lavoro.

L’operazione costituisce il culmine di accertamenti, peculiari della Guardia di Finanza, quale unico organo di polizia giudiziaria economico-finanziaria, posto a presidio delle entrate del bilancio pubblico, tutela degli operatori economici onesti, in particolare attraverso il contrasto del lavoro sommerso per la tutela degli interessi dei lavoratori dipendenti e il rispetto delle regole di leale concorrenza nel mercato.

Nei confronti dell’impresa, nel contempo, è stata eseguita dai Finanzieri attività ispettiva di natura tributaria che ha portato a segnalare all’Agenzia delle Entrate di Asti, per l’accertamento, recuperi di materia imponibile ai fini delle Imposte Dirette per un valore complessivo di 160 mila euro; mentre per le irregolarità previdenziali l’INPS, per l’utilizzo in nero di personale dipendente, ha elevando sanzioni per complessivi 18.000 Euro.
Si segnala in ambito di contrasto al lavoro sommerso che i finanzieri di Asti e Canelli nel corso dell’intensificazione operativa avviata dall’estate 2024, attraverso l’esecuzione di accertamenti di polizia economico finanziaria e interventi ispettivi nei confronti di 32 imprese, hanno verificato, anche attraverso visite sul campo di lavoro, in prevalenza presso cantieri, vigneti e strutture ricettive, la posizione di 210 lavoratori dipendenti, di cui 140 sono risultati in nero o comunque irregolarmente assunti rispetto alla normativa del lavoro vigente. 9 i datori di lavoro verbalizzati per irregolarità, di cui 3 segnalati all’Autorità Giudiziaria, anche per impiego di lavoratori privi del permesso di soggiorno e 3 segnalati all’Ispettorato del Lavoro per l’applicazione della maxi sanzione e la sospensione dell’attività. Oltre 1.700.000 euro, la somma totale di contributi previdenziali evasi accertati e sanzioni irrogate dall’INPS di Asti.

Le condotte penalmente rilevanti sono attualmente al vaglio dell’Autorità Giudiziaria e, sulla base del principio di presunzione di innocenza, l’eventuale colpevolezza della persona sottoposta ad indagine sarà definitivamente accertata solo ove interverrà sentenza irrevocabile di condanna irrevocabile di condanna.

Redazione

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