Il Nazionale

Cronaca | 19 febbraio 2025, 10:47

Incendio al Santa Corona, in Appello ridotta la pena per Samir Lamaan: torna libero

Gli è stato riconosciuto il danneggiamento seguito da un incendio ma non l'omicidio volontario e doloso. Condannato a 11 anni e sei mesi, non è prevista la custodia cautelare in carcere

Incendio al Santa Corona, in Appello ridotta la pena per Samir Lamaan: torna libero

Era stato condannato dalla Corte d'Assise del Tribunale di Savona a 30 anni ma in Appello la pena è stata ridotta ad 11 anni e 6 mesi ed è tornato libero.

Questa la decisione in secondo grado nei confronti di Samir Lamaan, autore dell'incendio avvenuto lo scorso 4 settembre 2022 al terzo piano del Padiglione Chirurgico che accoglie le degenze della struttura complessa Ortopedia e Traumatologia dell'ospedale Santa Corona di Pietra Ligure.

Il cittadino originario della Somalia, difeso dall'avvocato Stefania Fiori (ieri la discussione in Appello è stata sostenuta dall'avvocato Fabio Ravera), era accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi per la morte del 94enne originario di Vercelli Franco Arrigoni, lesioni personali causate ad operatori sanitari e degenti ed incendio doloso.

Il Pubblico Ministero Elisa Milocco aveva richiesto l'ergastolo e sei mesi di isolamento diurno e nella discussione aveva specificato che "è stato un gesto consapevole e il fatto non può che essere doloso frutto di un azione volontaria".

Il sostituto procuratore si era concentrata anche sul nesso causale tra l'incendio e l'evento morte e le lesioni procurate specificando che nell'anziano 94enne poi deceduto nei giorni seguenti erano state riscontrate ipostasi fisse tipiche dell'avvelenamento da monossido e che nella cartella clinica si potevano evincere valori molto alti di carboessiemoglobina (alle 00.43 del 5 settembre del 2022 il valore era al 28.8% quando normalmente dovrebbe rimanere intorno allo 0.5% e 1.5%).

Aveva chiesto invece l'assoluzione il legale difensore puntualizzando che Lamaan sia "totalmente incapace di intendere e di volere" (il perito del Gip Gabriele Rocca aveva detto il contrario) e che "non c'era alcun motivo di far male all'anziano, Non c'era la volontà di uccidere, nè il nesso di causalità".

Lamaan si trovava ricoverato per una frattura al femore nel nosocomio pietrese causata da una rissa avvenuta in Piazza del Popolo a Savona e dopo essere stato individuato come potenziale colpevole dell'incendio, aveva manifestato ripetutamente l'intenzione di allontanarsi. Proprio per questo pericolo di fuga, unito a quello di reiterazione di reati simili, nei suoi confronti era stata applicata la custodia cautelare in carcere a Marassi.

Le fiamme erano scaturite da un accendino che gli era stato trovato in una tasca dei pantaloni. Fortunatamente il sistema antincendio di cui sono dotate le camere delle strutture ospedaliere, unito all'intervento tempestivo del personale e dei vigili del fuoco, hanno evitato che si propagasse al resto della palazzina.

I giudici di Genova hanno però riconosciuto ieri che non si sarebbe trattato nè di un omicidio volontario nè colposo e neanche il dolo da incendio ma un danneggiamento seguito da un incendio con morte come conseguenza non voluta.

La pena è comunque è stata aggravata a undici anni e sei mesi che però non prevede la custodia cautelare in carcere.

Luciano Parodi

Commenti