Sono proseguiti in giornata gli accertamenti sullo scafo della nave petroliera Sea Jewel ormeggiata tra Savona e Vado, danneggiato, pare, da un'esplosione nella notte tra il 14 e il 15 febbraio.
I sommozzatori del Centro nautico e sommozzatori (CNeS) della Polizia di Stato durante la giornata hanno effettuato tutti i sopralluoghi del caso con i mezzi che sono posizionati sulla spiaggia a Vado Ligure di fronte ai Bagni Umberto.
Massimo è il riserbo da parte della Procura di Capo, Procuratore Capo della Repubblica Ubaldo Pelosi che ha aperto un fascicolo e sta lavorando a stretto contatto con la DDA di Genova.
Le prime verifiche hanno rilevato il ripiegamento interno delle lamiere, compatibile sembrerebbe con un atto di sabotaggio, ovvero con la deflagrazione di un ordigno.
Anche la presenza di un’anomala moria di pesci nei pressi della nave rafforza questa ipotesi.
La Sea Jewel, battente bandiera maltese, era già finita nel mirino di alcune inchieste giornalistiche sulle cosiddette "flotte ombra" della Russia, quelle petroliere che, con triangolazioni sospette attraverso Stati extra UE, aggirano le sanzioni per trasportare illegalmente greggio russo verso il mercato europeo. Secondo "Ukrainska Pravda", questa nave avrebbe più volte fatto scalo a Novorossijsk, il porto russo sul Mar Nero, per poi ripartire verso la Turchia e successivamente dirigersi in Europa. Secondo i giornalisti ucraini, avrebbe più volte fatto spola tra porti di Federazione Russa e Turchia. Una rotta simile a quella della Ursa Major, il tanker affondato nelle acque spagnole lo scorso Natale, un evento che oggi sembra acquisire nuovi significati.
La Capitaneria di Porto di Savona, che ha avviato i primi accertamenti, ha ipotizzato che il danno potesse essere legato a un incidente tecnico durante le operazioni di scarico. Tuttavia, questa spiegazione appare sempre meno convincente, dal momento che le deflagrazioni sono avvenute mentre le operazioni di travaso erano sospese e l’equipaggio (23 componenti, tutti illesi) si trovava in riposo.
Nonostante la gravità dell’incidente, il peggio è stato evitato: la Sea Jewel trasportava un ingente quantitativo di petrolio, e un cedimento strutturale più esteso avrebbe potuto provocare una catastrofe ambientale. La nave è posizionata nelle vicinanze dell’Area Marina Protetta di Bergeggi, e uno sversamento avrebbe avuto conseguenze devastanti per l’ecosistema.
Quel che è certo è che la nave sosterrà per un po' di tempo nel mare savonese. Con le indagini che si fanno sempre più fitte e anche il mondo politico inizia ad interrogarsi sulla vicenda dai contorni poco chiari.
"Leggiamo dai giornali che al largo di Savona-Vado ci sarebbero state esplosioni e un possibile attentato alla petroliera Seajewel, che la stessa nave figura tra le inchieste giornalistiche sulle ‘flotte ombra’ che dalla Russia riforniscono di petrolio l’Europa e che sul caso sarebbe al lavoro l’antiterrorismo. Presenteremo oggi stesso un’interrogazione" ha detto il Deputato di Azione Ettore Rosato.
Commenti