E' il Festival ma sembra il Tenco: Lucio Corsi secondo, Brunori Sas terzo, Simone Cristicchi quinto. Cantautori veri, che un tempo difficilmente avrebbero accettato di mettersi in gioco nella kermesse, tanta era la distanza tra le due fortissime anime musicali di Sanremo, malgrado innegabili punti di contatto: stessa location, l'Ariston, e stesso ispiratore, Amilcare Rambaldi, che prima d'inventarsi il Club Tenco nel solco della tragedia consumatasi nel '67 (il suicidio di Luigi Tenco durante quell'edizione del Festival), nel Dopoguerra aveva lanciato l'idea di una gara canora, poi sviluppata da altri e diventata realtà nel '51.
Malgrado questa comune matrice, i due eventi sono rimasti a lungo ben distinti, e formalmente lo sono tutt'ora. La differenza è che adesso viene vissuto con naturalezza il passaggio tra la Rassegna della canzone d'autore, una sorta di riserva indiana delle sette note la cui mediaticità è di nicchia (la stessa Rai registra le tre serate per poi mandare in onda delle “pillole” tempo dopo ed a tarda sera), e la straordinaria visibilità dello spettacolo più importante per la musica e la televisione italiana, testimoniata dai nuovi ascolti record raggiunti quest'anno. Sono sempre più numerosi gli artisti premiati al Tenco che poi affrontano l'arena dell'Ariston, tutt'altro che confidenziale, il cui potere è tale da favorire la costruzione di carriere oppure di segnarle pesantemente.
Corsi, grande rivelazione, a Sanremo c'era già stato nel 2021 tra i protagonisti di quell'edizione della rassegna cantautorale, dopo aver partecipato a una delle tappe del “Tenco ascolta”, format ideato una quindicina d'anni fa per dare la possibilità ad artisti emergenti di farsi ascoltare da un pubblico e dai dirigenti del Club. Brunori nel 2010 era stato premiato come autore emergente, nel 2014 è stato ospite, nel 2017 ha vinto la Targa per la migliore canzone (La verità) e nel 2020 quella per il miglior album (Cip). Cristicchi nel 2006 aveva vinto la Targa per l'opera prima (Fabbricante di canzoni), tornando poi come partecipante alle serate nel 2007, 2014, 2018 e 2024, in quest'ultimo caso assieme alla compagna di vita e di arte Amara, peraltro uscita vincitrice di Area Sanremo nel 2014, altro segno distintivo dell'anima musicale della città.
Ma c'è di più: tra i 29 big di quest'anno, anche Noemi, Francesco Gabbani, Massimo Ranieri, Achille Lauro e Willie Peyote hanno calcato il palco del Tenco, sia pure arrivando da percorsi più popolari, quindi commerciali. “Il muro che divideva, idealmente, le due principali identità musicali di Sanremo si è abbattuto definitivamente nel 2021, con la Rassegna intitolata “Una canzone senza aggettivi - commenta Graziella Corrent, direttore di produzione del Tenco e amministratore delegato della Fondazione - Ci sono sempre, ovviamente, i cosiddetti artisti 'tenchiani', ma senza preclusioni di base. Non è una svolta commerciale, come si potrebbe pensare, ma un'apertura alla musica senza barriere, che si evolve. Detto ciò, sia chiaro che noi continueremo a prestare la massima attenzione alla qualità dei testi, che è un po' la nostra missione. A questo proposito, ci piace evidenziare che, al Festival, Brunori ha vinto il premio Bardotti per il miglior testo; Corsi il premio della critica Mia Martini assegnato dalla sala stampa del Roof; Cristicchi il premio Bigazzi per il miglior arrangiamento attribuito dall'orchestra e quello della sala stampa radio e web tv”. E chiosa, per chiudere il ragionamento: “Sanremo è davvero fortunata ad avere sia il Festival sia la Rassegna della canzone d'autore”.
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