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Calcio | 16 febbraio 2025, 18:19

Rosati: «Se per segnare al Varese devono aspettare che un nostro giocatore sia a terra...»

Raramente la proprietà biancorossa si espone nel dopo partita, ma il ko di Saluzzo provoca le parole nette del dg Giovanni Rosati: «Mente annebbiata perché, al di là del gol regolare annullato a Valagussa, abbiamo assistito a un episodio grave. Non è questione di aspetto arbitrale o sportivo, ma di sportività. E, prima di tutto, di essere uomini»

Rosati: «Se per segnare al Varese devono aspettare che un nostro giocatore sia a terra...»

«Il nostro primo pensiero va a Stefano Banfi, vittima di un brutto contrasto che sui campi può succedere, ma speriamo che che stia bene» sono le parole di Giovanni Rosati, direttore generale del Varese che parla nel dopo gara di Saluzzo (biancorossi ko per 1-0: clicca QUI).

Raramente la proprietà biancorossa decide di parlare dopo le partite e, quando lo fa, anche se con modi educati ma fermi, significa che la misura è colma. Guardare avanti, va bene, stare sempre zitti - come in occasione dei pugni rifilati dal vogherese Zoppi a Daqoune - magari ma «in questo momento la mente è annebbiata perché oggi, devo purtroppo dirlo, siamo arrivati ad un punto in cui certi episodi non li possiamo più tollerare. Abbiamo preso un gol mentre un nostro calciatore era a terra e questo è un episodio a mio parere veramente grave. Come il gol di Valagussa a mio avviso regolare, ma lasciamo stare e torniamo all'aspetto sportivo e non a quello arbitrale. Torniamoci perché quello di oggi non riguarda né l'uno, né l'altro ma è un caso di sportività e di valori: si tratta di essere uomini prima di tutto e credo che questa componente sia mancata. L’ho detto senza problemi, nella maniera più educata possibile, anche al mister del Saluzzo».

Il dg biancorosso affronta anche l'argomento Bra e il ritiro dell'Albenga: «Il Bra merita solo complimenti perché sta facendo qualcosa di incredibile, ma avendo una maglia così pesante da indossare che rappresenta una città così importante, noi abbiamo l'obbligo di continuare a fare bene. Non vorremmo invece mai vedere situazioni come quelle in cui si è trovata l'Albenga: dispiace innanzitutto per i tifosi, che ci mettono sempre e solo passione, e per la storia del club ligure».

Redazione

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