E' la colonna sonora del Festival da 22 anni, elemento ormai inscindibile che (giustamente) offusca il ricordo lontano delle edizioni con le basi o (peggio) in playback, non potendolo cancellare del tutto. Ma non abbastanza, forse, si sa dell'Orchestra della kermesse, al di là dei suoni e delle immagini nelle cinque serate su Rai 1. Intanto, dal 2003 è l'emanazione della Sinfonica di Sanremo sul palco più importante della tv italiana, giusto per ribadire il sigillo della città sull'evento.
Sono 32 gli orchestrali al servizio del Festival, di cui 11 stabili e il resto “aggiunti”, selezionati tra quelli che hanno già collaborato con l'istituzione concertistica, in particolare nelle produzioni cross-over estive. Alla parte ritmica pensa direttamente la Rai, con una ventina di musicisti. E dopo un mese di prove con i cantanti, inizialmente a Roma, arriva il momento degli ultimi preparativi per il debutto, la serata di apertura che può indirizzare le fortune in fatto di audience.
Franco Invidia, primo violino, è un veterano del Festival e della stessa Sinfonica. Ci spieghi come sono state le vostre giornate fin qui, all'Ariston, e adesso alla vigilia del via alla gara canora. “Le prove con i cantanti sono terminate, come da prassi qualche giorno prima dell'inizio. Ora ci si concentra sulla prima serata, dagli stacchi agli ospiti, ma guardando anche oltre. Ad esempio, abbiamo già provato con Damiano David (atteso mercoledì - ndr) e Mahmood (co-conduttore nei duetti del venerdì - ndr), mentre non sappiamo ancora se dovremo interagire con i Duran Duran (previsti giovedì) - ndr). E così via fino alla conclusione del Festival. Il nostro impegno cambia sempre, a livello di orario: dipende dalle comunicazioni che, solitamente, riceviamo la sera prima”.
Avete il privilegio di ascoltare, suonandole, tutte le canzoni protagoniste già un mese prima che siano presentate a tutti. E magari d'iniziare a fischiettarne qualcuna sotto la doccia. “Diciamo che quest'anno ci sono molti motivi orecchiabili, con un deciso ritorno alla melodia che entra in testa, al di là di qualche canzone impegnata come quella di Cristicchi. Penso che il pubblico scoprirà diversi tormentoni che possono trascinarsi fino all'estate”.
Senza sbilanciarsi, per il ruolo super partes che l'orchestra deve avere, dopo averle metabolizzate tutte ce n'è una che spicca sulle altre? Insomma, una favorita sulla quale scommetterebbe anche soltanto un euro? “Intanto, ciascuno di noi ha le proprie preferenze, in base ai gusti musicali. Detto questo, rispetto agli ultimi anni mi pare più difficile fare pronostici, per la presenza di parecchi brani orecchiabili, direi in linea con la tradizione sanremese”.
In 22 anni ne ha visti passare di direttori artistici e conduttori, compreso Carlo Conti che torna al timone del Festival dopo la prima esperienza triennale. Quali ricorda con più piacere? “Tutti, anche se sembra una risposta scontata, diplomatica. Perché s'instaura sempre una collaborazione diretta e nel pieno rispetto dei ruoli. Personalmente, mi piace ricordare soprattutto Pippo Baudo, che rappresenta la storia stessa del Festival e della televisione”.
Guardando indietro, dal 2003 a oggi, qual è il suo podio con gli interpreti che ricorda più di altri? “Direi Giorgia, Mengoni e Arisa, della quale mi ha impressionato la qualità della voce”.
Cosa ne pensa del cosiddetto Festival diffuso, della musica che esce dall'Ariston e invade la città, creando eventi nell'evento? “Produce un effetto molto positivo per l'immagine di Sanremo, le ricadute sul settore commerciale e sul turismo. Un bagno di folla che fa bene alla città. D'altronde, il Festival è una manifestazione così importante da meritare tutta quest'attenzione e valorizzazione. In fondo, per noi, è un po' come se fosse la notte degli Oscar”.
Gli altri professori stabili della Sinfonica impegnati all'Ariston sono Paolo Copello, Cristina Silvestro, Vincenzo Città, Diego Pagliughi, Samuele Cerrato (tutti al violino), Carlo Crisanti, Stefano Pellegrino (violoncelli), Davide Guerreri (primo oboe), Andrea Paolocci e Paolo Reda (corni). L'inserimento nel complesso meccanismo del Festival è regolato da un accordo economico con la Rai. Ed a chiusura del cerchio, la Fondazione Orchestra, di cui è presidente Filippo Biolè, cura (per conto del Comune) la gestione di Area Sanremo, l'unico talent che può spalancare direttamente le porte dell'Ariston.
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