La storica Falegnameria Prandi & Contini di Sangiano compie 80 anni: fondata nel 1945 da Andrea Prandi e poi passata negli anni ai figli Antonio e Arturo e successivamente ai nipoti Paolo e all'ex campione di ciclismo Silvano Contini.
Entrambi per diversi anni hanno mandato avanti l'attività insieme, poi dopo che il Paolino (cosi è conosciuto sul territorio) ha raggiunto l’età della pensione, è l'ex campione delle due ruote a portare avanti la tradizione di famiglia.
Silvano che ricordi ha di suo nonno e dei suoi zii?
Purtroppo di mio nonno Andrea i ricordi sono molto vaghi perché è scomparso quando io ero ancora piccolo, mentre i ricordi di zio Antonio e di zio Arturo sono molto nitidi in quanto nei momenti di vacanza, specie nei periodi estivi, si andava tutti, compresi mia mamma Colomba e mio papà Anselmo, a dare una mano in falegnameria. Erano altri tempi e non ci volevano autorizzazioni e permessi particolari per accedere nello stabilimento per fare qualche lavoretto di bricolage. Basti ricordare che alla fine degli anni Sessanta, gli alunni delle scuole di avviamento al lavoro, le odierne professionali, venivano in falegnameria per iniziare a capire la realtà di questo antico mestiere della lavorazione del legno. Ricordo che era la più grande soddisfazione dello zio Antonio, a cui piaceva trasmettere la passione di questo lavoro. Anch’io con mio fratello abbiamo imparato tantissimo dallo zio su come lavorare il legno e conoscerne le varie caratteristiche tecniche.
In quel periodo il nobile lavoro del falegname era gettonato?
Certamente, era un mestiere artigianale di grande manualità che portava avanti l’economia di questo territorio. Col legno si costruivano diversi manufatti, come armadi, complementi di arredo e infissi: nell’arredamento della casa era una parte importante. Il falegname era anche un designer, che cercava di interpretare il gusto di chi commissionava il lavoro, inoltre si eseguivano manutenzioni in aziende, e si allestivano stand ed espositori. Per un'importante azienda di arredo bagno del nostro territorio come la Inda abbiamo girato il lungo e in largo l’Italia.
Negli anni com'è cambiato il mestiere di falegname?
Le falegnamerie hanno seguito il processo tecnologico come altre attività artigianali, sono subentrati macchinari nuovi e molte lavorazioni sono state abbandonate. Anche nell’ arredamento casa ad esempio per i serramenti sono subentrati il Pvc e l'alluminio, i mobili che prima erano tutti in massello ora sono sostituiti con altre tipologie di truciolati, sempre con prodotti certificati e di ottima qualità. Il legno rimarrà per sempre il prodotto per eccellenza e il più durevole negli anni.
Cosa l'ha portata dalla bicicletta alla falegnameria?
La passione che mi hanno trasmesso gli zii Antonio e Arturo, la loro voglia di creare ogni giorno qualcosa di diverso. Sono stati due grandi maestri che mi hanno trasmesso una grande forza interiore.
Qualche rimpianto c’è stato nel lasciare il mondo del ciclismo?
Assolutamente no. Fare il falegname mi ha dato tanto nella vita, mi ha dato molte soddisfazione professionali e personali tante quante la bicicletta e non ho nessun rimpianto di questo genere.
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