Se ancora per cinque mesi lo si dovrà chiamare ‘vice sindaco facente funzione’, dopo le parole di Marco Bucci sembra chiaro che il nome di Pietro Piciocchi non sarà più accompagnato da un’altra definizione, quella di ‘candidato sindaco in pectore’. Bucci è stato molto chiaro in merito all’atteso ok da Roma sulla candidatura del suo vice ai tempi di Palazzo Tursi: “Non ne abbiamo bisogno, ci interessa il via libera da qui”. Ed ecco che quel ‘in pectore’ scivola via.
Dopo le parole del presidente, anche l’evento di questa mattina al Teatro di Stradanuova cambia forma e colore. Ufficialmente si chiama ‘Genova 25-30’, sempre ufficialmente è solo un incontro tra il centrodestra cittadino e l’attuale frontman comunale Pietro Piciocchi. Ma, riletto alla luce delle parole di Bucci, ufficiosamente non può che essere il via alla campagna elettorale verso le amministrative di primavera.
Al fianco di Bucci e Piciocchi hanno sfilato tutti i rappresentanti dei partiti e delle liste civiche del centrodestra cittadino e regionale: il presidente del consiglio regionale Stefano Balleari (FdI), Edoardo Rixi (segretario regionale della Lega), Carlo Bagnasco (segretario regionale di Forza Italia), Antonio Bissolotti (vice segretario regionale di Noi Moderati), Giovanni Boitano (capogruppo di ‘Orgoglio Liguria’ in consiglio regionale), Carmelo Cassibba (presidente del consiglio comunale e coordinatore di ‘Vince Genova’ e ‘Vince Liguria’) e Umberto Calcagno (commissario regionale dell’Udc).
“Ci ritroviamo tutti insieme, partiti e liste civiche, vogliamo dare un messaggio di coesione alla città - ha detto Pietro Piciocchi prima di salire sul palco - sarà una campagna lunga e con il coinvolgimento di tutti, tutti devono esserne protagonisti. Percorreremo ogni angolo della città, sarà una manifestazione di grande entusiasmo e compattezza, vogliamo dare continuità all’azione di governo di questa città anche domandandoci dove possiamo migliorare. Ci sono criticità che dobbiamo risolvere, ma pensiamo che questa città non possa precipitare nell’indecisione permanente. Ha bisogno di solidità e di consolidare i risultati. Partiamo, siamo tutti uniti perché vogliamo bene a questa città, non ci interessa il potere, ma l’amore per la nostra gente. Ho la responsabilità di guidare un progetto ed è una coalizione che si muove, c’è dialogo con Roma, ci sono dei tempi fisiologici e un metodo che va rispettato. Sono onorato di questa investitura, mi infonde fiducia, voglia di lavorare ed entusiasmo. Serve il via libera da qui perché noi dobbiamo lavorare qui. Ci interessano i genovesi, do ragione a Bucci. Siamo disposti ad aprire a tutti, porte aperte, a differenza di altri non abbiamo pregiudizi e non ci sono steccati. Ci guida un sogno, un desiderio e un progetto città per il quale è utile il contributo di tutti. Siamo gli interlocutori naturali del tessuto produttivo di questa città. Auspico che le nostre liste possano arricchirsi anche con figure di riferimento e conosciute in città”.
“La prendo con senso dell’ironia che è un’altra dimensione che ci contraddistingue: sappiamo ridere e scherzare - così ha risposto Piciocchi in merito alle tante proposte di Bucci in merito a papabili vice sindaci pescati dalla coalizione di centrosinistra - vedremo che cosa succederà nel campo avversario, ma non sono minimamente preoccupato. Dobbiamo vincere e ce la faremo”.
Non sono mancati, poi, spunti di miglioramento: “Dobbiamo migliorare la comunicazione e il dialogo con la cittadinanza perché mi rendo conto che alcuni grandi progetti, i cui benefici li vedremo tra anni, forse non sono stati ancora capiti. Su questo abbiamo peccato nel non riuscire a spiegare alla gente i progetti nel medio e nel lungo periodo con i loro benefici. Ieri abbiamo assunto una delibera importante per dare ulteriori risorse ai Municipi, c’è bisogno di lavorare meglio. Servono prossimità e vicinanza alla popolazione, dobbiamo lavorare molto sui giovani, punteremo su di loro e sui luoghi di aggregazione”.
“Sui grandi progetti la linea dell’amministrazione non cambia, non vado alla ricerca di un facile consenso - ha concluso Piciocchi - è ancora da dimostrare che queste opere siano avversate dai cittadini, mi fermano per chiedermi quando facciamo lo Skymetro, per la funivia ci sono dei problemi di comprensione dell’opera a Lagaccio. Questo progetto deve diventare il volano della riqualificazione di quel territorio. Non sarebbe corretto tornare indietro. Chi dice di no che cosa vuole fare? Se vincono loro le elezioni vanno a Roma e restituiscono 400 milioni dello Skymetro? Restituiscono i 40 milioni per la funivia? Questi soldi non verrebbero messi su altre cose, ma ritirati. Adiamo avanti sulle opere, sullo Skymetro ci sono delle praterie per migliorare. Lo stop and go è una cultura che non ci appartiene”.
Il presidente Marco Bucci, invece, ha proseguito nella sua promozione di Pietro Piciocchi come frontman del centrodestra, a prescindere dall’ok atteso da Roma (e che il vice ministro Edoardo Rixi ha dato per imminente): “Non ho mai detto che Piciocchi è il candidato in pectore, forse qualcuno lo dice perché gli dispiace. Per me è il candidato punto e basta. Ed è un’ottima cosa perché è la dimostrazione di quello che abbiamo raggiunto in questi anni. A parte le grandi opere, a parte tutto quello che è stato fatto in città, a parte il fatto che tutti dicono che la città è molto più bella rispetto a prima ed è molto più vivibile, vorrei dire che in questi anni noi siamo riusciti a cambiare il sentiment della nostra città e dei genovesi. Abbiamo convinto i genovesi che il futuro è nelle loro mani, nelle nostre mani. Quindi dipende da noi. Se ci diamo da fare, se ci tiriamo su le maniche come abbiamo fatto in tantissime occasioni negli ultimi anni, riusciremo a fare cose importanti e grandi. È il grande risultato di questi anni ed è una cosa importante perché i genovesi hanno riacquistato la loro capacità di vedere il futuro e di fare le cose importanti. Sarebbe un disastro se noi fermassimo questa energia che c’è nei nostri cittadini per qualcuno che, invece, vuole fare la politica nel peggior senso della parola. O per i signori del ‘no’ che non vogliono infrastrutture. Ho letto ieri che non vogliono lo Skymetro e nemmeno la funivia. Così perdiamo 500 milioni, li riportiamo a Roma e li abbiamo persi. Mi dispiacerebbe per i cittadini della Val Bisagno. Queste cose sono totalmente inaccettabili. Come i signori che non vogliono il Galliera, queste cose non rappresentano il futuro della nostra città. Noi siamo riusciti a ridare energia a tutti e visione del futuro. Non possiamo perdere questa occasione. Io sono convinto che non ci sarà bisogno del ballottaggio, bisogna vincere al primo turno perché così si dà un segnale importante per il futuro”.
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