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Politica | 21 gennaio 2025, 17:30

Omofobia, letta in Consiglio Comunale la lettera di denuncia scritta dal giovane aggredito: "Non mi sento mai libero di essere me stesso"

Il capogruppo della lista Rossoverde Filippo Bruzzone ha dato voce al giovane vittima dell'aggressione dello scorso venerdì: “Mi sento un cittadino di serie B. Scrivo per contribuire a rendere la mia città più sicura, tollerante e rispettosa”

Omofobia, letta in Consiglio Comunale la lettera di denuncia scritta dal giovane aggredito: "Non mi sento mai libero di essere me stesso"

Durante la seduta del Consiglio Comunale di Genova, il capogruppo della lista Rossoverde ha dato voce a una lettera scritta da "Marco" (nome di fantasia), il giovane vittima di un'aggressione omofoba avvenuta nel centro storico lo scorso venerdì. Il documento è stato letto nel corso del dibattito su un ordine del giorno presentato dal Gruppo Misto, volto a condannare l'episodio e a sollecitare l'allocazione di risorse per promuovere iniziative educative nelle scuole, in collaborazione con Arcigay e Liguria Rainbow.

La proposta ha ottenuto il sostegno di 21 consiglieri di opposizione. Tuttavia, Mattia Crucioli, rappresentante di Uniti per la Costituzione, ha espresso il suo dissenso votando contro, insieme a Federico Bertorello, capogruppo della Lega. Il resto dei consiglieri della Lega, così come quelli di Fratelli d'Italia, Forza Italia e Liguria al Centro, si sono astenuti.

"Buongiorno,

ringrazio i consiglieri comunali, in particolare Filippo Bruzzone, per avermi dato l'opportunità di esprimermi in questa sede.

Sto attraversando un momento molto difficile, un'esperienza che ho sempre temuto e sperato di non dover mai affrontare. Ogni giorno mi sento osservato, come se fossi un bersaglio costante, pronto a essere colpito da un momento all'altro. 

Affronto sguardi ostili, risatine, commenti a bassa voce, insulti urlati e perfino sputi. Sui mezzi pubblici, al lavoro, per strada. Non mi sento mai al sicuro o libero di essere me stesso in pubblico, e ora nemmeno di camminare per strada. So che come società stiamo facendo passi avanti verso l'accettazione del 'diverso', ma non è ancora abbastanza.

Ritengo che il fatto che l’omofobia non sia ancora considerata un reato abbia favorito comportamenti come quello che ho subito venerdì sera, così come quelli che sentiamo ogni giorno al telegiornale. Un clima del genere mi fa sentire un cittadino di serie B.

Non voglio però permettere che la violenza di quei ragazzi mi ferisca più di quanto abbia già fatto: per questo ho sporto denuncia alla Polizia e raccontato la mia storia al Secolo XIX.

Anche scrivere questa lettera è per me un modo di reagire, nella speranza che possa contribuire a sensibilizzare l’opinione pubblica e a rendere la mia città più sicura, tollerante e rispettosa."

Marco

P.S.: Questo non è il mio vero nome. Desidero restare anonimo perché non mi sento ancora al sicuro".

Redazione

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