Sono giorni di vertici, incontri, riunioni, scontri e fughe in avanti nel mondo del centrosinistra genovese che si prepara alla corsa elettorale per le amministrative e, per forza di cose, anche all’atteso annuncio del candidato sindaco che la rappresenterà.
Al centro del villaggio progressista c’è il Partito Democratico, forte della leadership di squadra guadagnata alle urne e anche del primo posto sul podio dell’elettorato genovese. Mondo ‘dem’ che in questi giorni sta riunendo attorno al tavolo le forze di coalizione per provare a costruire una squadra unitaria senza ripetere gli errori delle regionali di ottobre.
Da Roma, la deputata del Pd, Valentina Ghio, segue i lavori genovesi auspicando un accordo unitario, una squadra allargata anche al centro e, soprattutto, l’annuncio del nome del candidato sindaco entro la fine di gennaio.
Partiamo dalla stretta attualità, ha seguito gli ultimi incontri della coalizione progressista per la scelta del candidato sindaco a Genova?
“Il Partito Democratico genovese, insieme alle altre forze politiche e alle liste che ha incontrato e incontrerà, ha messo in campo una serie di interlocuzioni a stretto giro per impostare un campo alternativo, una coalizione alternativa a quella che sta governando Genova e sulla quale i cittadini hanno manifestato un dissenso esprimendosi alle regionali con una differenza consistente di voti a favore del centrosinistra, non sono state date le risposte promesse alla città. L’idea è chiudere in tempo ravvicinato con una serie di incontri che tengono insieme tutto il perimetro di forze che si è aggregato alle regionali, ma che guardino anche ad altre esperienze di liste e soggetti civici che non inizia ora, perché abbiamo la piattaforma costruita durante le regionali. Emergono nomi diversi, ma è una ricchezza. È giusto che, insieme al Pd e ad altri soggetti sociali, si possano mettere in campo e portare consenso su nomi di grande valore”
Il Movimento 5 Stelle ha messo sul tavolo il nome di Tiziana Beghin, Alleanza Verdi e Sinistra non pare intenzionata ad abbassare la voce. Quale sarà il ruolo del Pd? Darà le carte o farà opera di mediazione?
“Quando si vuole costruire una coalizione non bisogna avere velleità di primogenitura, altrimenti il dialogo è impostato male e non penso sia questa l’azione del Pd genovese che si è assunto l’onere di avviare le interlocuzioni perché arriva da un risultato elettorale importante con un consenso importante, con poco meno di un terzo dei genovesi che hanno votato Pd. Sicuramente è nella prospettiva di portare sul tavolo dei nomi e fare sintesi per raggiungere la migliore candidatura possibile per rappresentare tutti quelli che non si sentono rappresentati dalle politiche fallimentari del centrodestra genovese. Pensiamo al tema dei rifiuti, i cantieri che non riescono a trovare uno sbocco, il tema di abbandono rispetto alla ricucitura della città, e anche la visione dei servizi necessari ai cittadini a partire dai servizi sociali sui quali non c’è stato un ragionamento che abbia consentito di adeguare il servizio ai bisogni dei cittadini. Un tema che sembra non aver interessato l’amministrazione genovese”
Bucci, però, dice di avere altri dati…
“I numeri sono numeri. A oggi, non essendoci candidati in campo, avere dei sondaggi è un ossimoro. Non si capisce su quali candidati si facciano anche perché il centrodestra ha un candidato in pectore che deve avere tutto un percorso di valutazione, una sorta di bollino. È emerso un “vedremo”. Un’ottica diversa rispetto al coinvolgimento dal basso che sta portando avanti il centrosinistra. Gli unici numeri sono quelli del Ministero dell’Interno e ci dicono che c’è una differenza di 18 mila voti. Sulla sanità Bucci sta facendo il gioco delle tre carte, non ci ha detto con chiarezza come il ‘buco’ sia passato da tre zeri a due e quali sono le azioni che metterà in campo per risolvere il tema. Ricordo che in campagna elettorale diceva “azzererò le liste d’attesa”. È presto, ma non c’è nemmeno un quadro completo”
Anche alle regionali, però, partivate con il vantaggio dell’inchiesta, ma avete perso. Alle amministrative partite con il vantaggio del risultato di ottobre che in città vi vede davanti al centrodestra, ma come si fa per non dilapidarlo?
“Dopo dieci anni in cui il centrosinistra ha avuto delle grosse difficoltà elettorali in regione e nelle città, ora siamo arrivati molto vicini alla vittoria, a un punto. È indice di un percorso su cui, pur con alcuni errori su cui è anche sterile tornare, come i ritardi e alcuni temi nazionali, è stato fatto un grande lavoro in primis da Andrea Orlando che poi ha scelto di rimanere sul territorio. C’è stata la sconfitta, ma è stato un grande recupero di credibilità, di partecipazione alle iniziative e questa è una buona base su cui riprendere in una città dove i dati ci dicono che partiamo da una situazione diversa. Nulla è scontato, ma ci sono dei buoni presupposti sia del programma, sia del metodo di incontro, ascolto, ragionamento e condivisione del percorso con tutte le forze in campo e anche dell’insoddisfazione per le politiche del centrodestra”
Poi c’è il nodo dei centristi, che alle regionali ha fatto saltare il banco. Come si può non ripetere lo stesso errore? (L’intervista è stata realizzata prima delle dichiarazioni di Carlo Calenda, ndr)
“Dal mio punto di vista l’auspicio è che si vada insieme, anche perché penso che quanto accaduto in Emilia e in Umbria ci insegna che una compagine unita ha un risultato diverso. Credo sia quella la direzione verso cui andare, una direzione per chi ritiene che un’altra Genova è possibile, per una città che superi quello che non è andato in questi anni”
E come lo spiegate al Movimento 5 Stelle?
“Quello che è accaduto in altre regioni dimostra che è un percorso possibile, va fatto condividendo gli aspetti programmatici e siamo sulla buona strada. Incontrare tutte le forze e ragionare insieme su quale sia la via per cambiare Genova, penso che la si debba trovare per non incorrere negli errori del passato”
E voi quando avrete il nome?
“L’obiettivo è fine mese”
Ultimamente si è occupata della questione pedaggi, cos’altro c’è sulla sua agenda?
“Mi sto occupando molto di trasporti a livello nazionale, sia per quanto riguarda i pedaggi, sia sull’effettiva realizzazione dei lavori del Terzo Valico non solo per i cantieri in atto, ma anche per il pezzo che manca per raggiungere Milano, sia per il caos dei treni. Proprio in questi giorni abbiamo chiesto audizione al ministro Matteo Salvini in aula perché è una situazione devastante. Sono state accumulate 20 mila ore di ritardo sabato e 30 mila domenica. E poi la Liguria, con le Frecce che vanno verso Roma. Ho fatto un’interrogazione e ho chiesto l’audizione del Ministro in aula. Poi lavorerò per la tutela del lavoro portuale, una mia battaglia per la proposta di una legge per riconoscerlo come usurante”
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