Il Palaghiaccio pieno. Un grande nemico. Anzi due. No, addirittura tre.
Oltre all’Aosta, ospite domani alle 20.30 in una Acinque Ice Arena che vola verso il sold out, i Mastini e l’intera IHL sono pronti a riaccogliere a braccia aperte l’Unterland, vincitore di campionato e coppa nella stagione 2021/2022 prima di approdare a quell’Alps da cui ora ha annunciato di voler fare un passo indietro.
Il post del club altoatesino (la foto in gallery), in cui si leggono le parole “We are”, scritte in grande sopra il logo dell’IHL, non lascia spazio a dubbi: i Cavaliers seguiranno la strada del Fassa, e chissà chi altro li seguirà..., approdando nel “vero” campionato italiano.
È l’ennesimo attestato di quanto il livello, l’appetibilità e l’identità dell’IHL siano in crescita, come testimoniato dal campionato di quest’anno, mai così competitivo, e dal riscontro di pubblico nelle arene (i dati di Feltre, Alleghe, Valpellice, Canazei e Fiemme - oltre a quello giallonero - sono lì a testimoniarlo.
Prendete la partita di domani, che si giocherà davanti a 1000 o più spettatori, tra uno squadrone come l’Aosta (il finlandese Auvinen è solo l’ultimo colpo di un roster che, non solo sulla carta, sta facendo grandi cose) e un Varese sempre più compatto, camaleontico e capace di qualunque impresa.
Si riparte dal 2-0 per la squadra guidata da Giovinazzo ottenuto in regular season, anche in modo netto nel secondo confronto in via Albani (2-5): i Mastini, però, perso Rocco Perla, hanno portato un portiere ucraino, Artur Ohandzhanian, che ha impressionato all’esordio (6-0 ad Appiano) e che si gioca il posto con il 17enne talento Filippo Matonti, e sono in evidente crescita fisica e sembrano animati da quel “fuoco” che divampa a un intero ambiente in un modo o nell’altro.
Quasi inutile elencare la lunga lista di pericoli pubblici degli aostani, da Nimenko a Christian e Carmine Buono, da Nardella a De Toni, da Luisetti a Garau; dall’altra parte c’è una squadra vera (che recupera Marcello Borghi) e vuole andare oltre ogni limite.
Commenti