Sul fronte commerciale, la recente fine d'anno è stata caratterizzata da un'ennesima 'serranda abbassata' nel cuore di Asti. Ha infatti definitivamente chiuso i battenti "L'Arte Fiorentina", storico negozio di intimo di corso Alfieri che per quasi quattro decenni ha rappresentato un punto di riferimento nel panorama commerciale cittadino.
L'attività, avviata nel giugno del 1985 da Piera Rizzoglio, ha accompagnato generazioni di astigiani con la sua proposte di qualità nel settore dell'intimo. Dopo 39 anni di dedizione e professionalità, la titolare ha scelto di godersi la meritata pensione, chiudendo definitivamente il proprio negozio sul finire del 2024.
Decisione si inserisce in un preoccupante trend che ha caratterizzato l'anno appena concluso, con numerose attività storiche che hanno cessato la propria presenza nel centro cittadino. Se da un lato molte di queste chiusure sono legate alla legittima scelta dei titolari di ritirarsi in pensione dopo decenni di attività, dall'altro emerge con crescente evidenza la problematica legata alla mancanza di un ricambio generazionale nel commercio tradizionale.
Il fenomeno sta progressivamente modificando il volto commerciale del centro cittadino. I negozi di prossimità, che per decenni ne hanno caratterizzato il tessuto commerciale, stanno gradualmente scomparendo. Quando i locali non restano tristemente sfitti, vengono sempre più spesso occupati da punti vendita appartenenti a catene e gruppi commerciali, con una conseguente standardizzazione dell'offerta.
Una situazione che appare ormai cronicizzata e che richiederà particolare attenzione da parte della futura guida dell'assessorato al Commercio, incarico attualmente gestito ad interim dal sindaco Maurizio Rasero dopo l'allontanamento dalla giunta dell'ex assessore Mario Bovino (CLICCA QUI per rileggere l'articolo)
La sfida, dall'esito tutt'altro che scontato, sarà quella di individuare strategie efficaci per mantenere vivo e diversificato il tessuto commerciale del centro cittadino, preservandone l'identità storica senza rinunciare all'inevitabile modernizzazione.
Commenti