L'annuncio che Alessandra Amoroso terrà ad Asti Musica il 18 luglio, nell'ambito del suo tour estivo, è un regalo di Natale che l'assessore alla Cultura Paride Candelaresi, ha voluto fare agli astigiani, mettendo "pepe" e attesa per l'amata manifestazione che si terrà, anche quest'anno, in piazza Alfieri.
La brava artista pugliese, 38 anni, diventata famosa al grande pubblico con il talent show Amici, sarà nella nostra città con il suo “Summer tour 2025" che si concluderà in piazza Plebiscito a Napoli.
L'annuncio anticipato del suo concerto, ha favorito una chiacchierata con l'assessore Candelaresi, per "curiosare" dietro le quinte della manifestazione.
Assessore, Asti musica compirà 28 anni una tradizione importante per Asti, diretta per tantissimi anni da Massimo Cotto che ha sicuramente tracciato una strada. Quale sarà il percorso senza di lui?
La direzione intrapresa è quella iniziata con l'edizione di questa passata estate. Si è pensato a un cambio di passo, cambiando piazza e puntando sempre più in alto nel panorama dei big della canzone. Ho imparato da Massimo tante cose e in poco tempo e abbiamo fatto un pezzo di strada insieme che non dimenticherò. Più volte, sia pubblicamente sui giornali che in privato, ha detto che credeva nella mia visione e la condivideva, inoltre ha sostenuto che avrei potuto fare il bene di AstiMusica e portarla ad un livello maggiore. Nei momenti di sconforto o preoccupazione porto dunque dentro queste sue parole e vado avanti facendo tesoro dei suoi preziosi insegnamenti.
Vi state muovendo con grande anticipo. Il personaggio annunciato è di grande rilievo. Perché la decisione di annunciare con cosi grande anticipo? Sarà una strategia di qui a luglio?
Alessandra Amoroso annunciava adesso la sua tourneè estiva, ed era da tempo che desideravo portarla ad Asti. Amo le sue canzoni e l’energia che porta con sé. Per la prima volta dopo anni e anni Asti entra nel circuito delle grandi date che di norma si annunciano tra dicembre e febbraio. Per Asti è un grande risultato: significa che lo spostamento in piazza Alfieri e il successo dell’edizione 2024 ci hanno dato ulteriore credibilità con agenzie, sponsor e promoter. Asti sta facendo grandi cose e finalmente anche gli altri cominciano ad accorgersene.
Che idee avete sul futuro del festival? Poche date ma di grande rilievo? L'idea è anche quella di attrarre nuovi sponsor sul territorio?
La programmazione del festival è in lavorazione, ma le date sono da costruire. Il mio grande desiderio sarebbe quello di portare un grande nome del rock internazionale ad Asti, qualche stella dell’hard rock anni ’70 o del prog, oppure qualche format legato al mondo della radio. Il festival si sta riprendendo dopo i difficili anni del Covid e sta crescendo tanto e molto velocemente, bisogna lavorare con sguardo scientifico. Il mio sogno sarebbe quello di puntare su un nome del mondo del Metal, genere che va tenuto d’occhio perché negli anni potrebbe dare grandi soddisfazioni. A me, ad esempio, piace tanto il Symphonic Metal. Non guardo a quel che piace a me, ci mancherebbe, ma a quello che potrebbe funzionare ad Asti, ovviamente tenendo conto di capienza e posizionamento geografico nel panorama piemontese dei festival
Guarderete con molta attenzione a Sanremo 2025?
Sanremo è fondamentale, oggi muove per tutto l’anno il circuito dell’industria musicale. Possono piacere o meno alcune dinamiche ma rimane la manifestazione di musica popolare più importante d’Italia e i festival devono guardare agli artisti che partecipano con grande attenzione. E poi ci sono la televisione e i talenti, gli artisti indipendenti e chi segue una gavetta più tradizionale. Bisogna avere una visione a 360 gradi del panorama musicale nazionale. Una cosa è certa: questa edizione la città dovrà dedicarla a Massimo.
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