I Finanzieri del Comando Provinciale di Varese, nell’ambito dei servizi a presidio della legalità economico finanziaria in zona di confine, hanno intercettato un traffico di valuta verso la confederazione elvetica da parte di un cittadino italiano con importanti pendenze fiscali.
All’atto del controllo i militari della Compagnia di Gaggiolo hanno posto all’uomo, prima dell’attraversamento della locale linea di confine, la domanda di rito intesa a verificare la presenza di merci e valuta al seguito, il più classico “ha qualcosa da dichiarare?”
In un primo momento, il soggetto sottoposto a controllo ha dichiarato di avere con sé solo 8.000 euro, cifra notoriamente sotto la soglia dei 10.000 euro al superamento della quale è previsto l’obbligo di dichiarazione valutaria. Tali dichiarazioni non hanno convinto i finanzieri che hanno avviato unitamente ai funzionari dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, anche nel rispetto del protocollo di intesa stipulato dalle due Amministrazioni nel 2023, un controllo valutario dal quale è emerso in realtà il possesso di 14.000 euro, cifra superiore ai 10.000 euro.
I controlli alle banche dati in uso, interrogate sul posto dalla polizia economico - finanziaria, hanno fatto emergere a carico del frontaliere un ordine di carcerazione per una vecchia condanna ad 1 anno e 3 mesi di reclusione ancora da espiare. Pertanto i militari, viste anche le false dichiarazioni in merito “alla valuta al seguito”, hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare procedendo alla perquisizione personale e locale del condannato dalla quale è emerso, altresì, il possesso di documenti contraffatti avente intestazione di Gibilterra nonché altra valuta per ulteriori 12.000 euro, occultata in uno stivaletto da motociclista stipato in uno zaino posto nel portabagagli.
La polizia economico-finanziaria ha inoltre voluto vederci chiaro su eventuali pendenze erariali e fiscali del soggetto il quale aveva tentato di espatriare con complessivi 26.000 euro in contanti. L’ulteriore controllo ha fatto emergere pendenze con il fisco per oltre 530.000 euro, cioè cartelle esattoriali esecutive risalenti negli anni, mai saldate.
L’uomo era stato, infatti, titolare di una società attiva nel settore del commercio di motoveicoli, un cosiddetto “evasore totale”, infatti dopo anni di operatività aveva chiuso la ditta senza versare alcuna imposta. A questo punto, prima di essere portato presso la casa circondariale di Varese per scontare la condanna definitiva per altri fatti, il controllato è stato denunciato alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Varese per sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte e per possesso di documenti falsi.
Quanto ai 26.000 euro, in banconote da 20, 50, 100, 200 e anche una da 500 euro, i finanzieri ne hanno provveduto al sequestro preventivo di urgenza. La Procura della Repubblica di Varese, che ha coordinato l’operazione, ha convalidato gli atti di perquisizione e sequestro redatti dalle fiamme gialle mentre il competente Giudice, vagliando quanto svolto dai militari, ha disposto con proprio decreto il sequestro preventivo dei 26 mila euro che sono stati versati al fondo unico giustizia e, in caso di condanna sarà obbligatoria la confisca di tale somma per cui la finalità è stata evidentemente quella di tutelare il credito erariale.
L’attività di servizio conferma il costante impegno della Guardia di Finanza al concreto recupero, a beneficio dei cittadini, delle somme frutto di evasione fiscale e più in generale di illeciti economico-finanziari.
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