Prime prove di unità per il centrosinistra genovese che fa quadrato attorno ad Andrea Orlando e inizia la propria corsa alle amministrative di Genova.
Un Orlando che ha già detto a chiare lettere di non volersi candidare a sindaco ma che, palesemente, rivendica un ruolo apicale nella corsa di un ‘campo largo’ alla ricerca della rivincita dopo la sconfitta di misura alle regionali. Ruolo che l’ormai ex deputato Pd ha esercitato questa sera al teatro di Stradanuova aprendo l’incontro, dal titolo che sa di manifesto “Ripartiamo insieme: per la Liguria a testa alta”, che ha riunito (almeno nella forma) tutte le forze di opposizione in consiglio regionale oltre a rappresentanti locali dei partiti. Presenti anche l’ex ministra della Difesa, Roberta Pinotti (secondo i rumors tra i papabili candidati sindaco) e l’ex presidente di Regione Liguria, Claudio Burlando.
Accolto da un lungo applauso, Orlando ha parlato per venticinque minuti iniziando il proprio intervento sulla falsa riga della narrazione che lo ha accompagnato nella campagna elettorale delle regionali, non risparmiando attacchi all’amministrazione neo-eletta su Sanità, il superamento di Alisa, il Rigassificatore di Vado, infrastrutture. Pilastri del centrosinistra che, però, sembrano riportare indietro il ‘campo largo’ di qualche mese.
Poi l’approfondimento sui temi e, soprattutto, sui piani della coalizione per costruire la squadra, il programma, la proposta. “Una delle nostre direttrici sia l’affermazione del nostro punto di vista che in questa città ci ha consentito di raggiungere una maggioranza tra colo che si sono recati alle urne - ha detto Orlando dal palco - che pone al centro la sanità pubblica e si pone in modo diverso e alternativo rispetto all’idea che si possa risolvere moltiplicando i centri di decisione, il che prelude a una deresponsabilizzazione”.
Il primo punto sull’agenda porta la data del prossimo 16 gennaio quando, come ha detto Orlando, in Valpolcevera ci sarà la prima delle assemblee di Municipio che il centrosinistra metterà in campo per la costruzione del programma. “Penso che questo percorso ci potrà fare andare oltre i limiti - ha proseguito Orlando che non ha risparmiato una frecciata ai suoi - se tutti i giorni ti confronti sui temi, hai meno tempo per discutere di cose come gli spazi sulle locandine”.
La ricetta, per Orlando, è “allargare il perimetro della coalizione, non ci devono essere più veti ma una netta scelta di costruire un’alternativa. Veti e ambiguità indeboliscono”.
“Quando si perde, il conformismo è un elemento che riemerge con grande forza e la rassegnazione rischia di prevalere - ha concluso Orlando - il rischio è che si torni a una narrazione che è in contrasto con i numeri e le condizioni materiali dei cittadini”.
Un’apertura palese al civismo che trova conferma anche nel panel dei relatori che hanno spaziato dalla scrittrice Ester Armanino al commerciante Armand Zenelli passando per il primario del San Martino, Claudio Gustavino e Mauro Garassini (Rsu di Ansaldo).
Un filo diretto con i partiti testimoniato dagli interventi dei capigruppo in consiglio regionale: Armando Sanna (Pd), Stefano Giordano (M5S), Selena Candia (AVS) e Gianni Pastorino (Lista Orlando).
L’ex ministro, quindi, rimanda ai partiti la decisione sulla scelta del candidato sindaco, ma vuole tenere per sé quello di “coordinatore delle opposizioni in consiglio regionale” chiedendo al mondo civico progressista di “non contrapporsi ai partiti”.
Ora resta da capire come le parole saranno trasformate in fatti concreti. Il 16 gennaio partono gli incontri sul territorio, ma per mantenere acceso il lumicino della vittoria non si può giocare allo stremo con il tempo come successo in estate con la costruzione della squadra regionale e la stanca proposta del candidato presidente.
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