Questa sera alle 18,30, al Centro Incontri della Provincia, i sindaci della Granda si ritrovano in assemblea per decidere quali decisioni assumere a proposito del servizio idrico integrato e più nel dettaglio quale atteggiamento assumere nei riguardi di Egea.
Le decisione spetta all’autorità d’ambito Ato4, dove l’Amministrazione provinciale detiene il 25%. La norma nazionale –come noto - prevede un gestore unico per ambito.
In provincia di Cuneo gli amministratori hanno già scelto, in una precedente assemblea e con un’ampia percentuale di favorevoli (intorno al 90%), che il gestore unico debba essere pubblico e affidato a CoGesi.
Le note vicende di Egea hanno richiesto una modifica statutaria ai consorzi misti pubblico-privati, tipo Alpi Acque, Mondoacqua, Alse...
Questa sera, ad esempio, contestualmente all’assemblea dei sindaci in Provincia, la questione è all’ordine del giorno dei Consigli comunali di Savigliano e Saluzzo.
L’Ato Cuneo – presieduto da Davide Falletto, sindaco di Serralunga, subentrato all’ex sindaco di Saluzzo Mauro Calderoni - aveva deliberato all’unanimità che entro il 31 dicembre dovesse essere versato il valore residuo della società Egea.
Si tratta di una cifra ingente, all’incirca 60 milioni di euro, che CoGesi, presieduto dall’avvocato braidese Emanuele “Momo” Di Caro, dovrebbe pagare per coprire la quota di investimenti non ancora ammortizzati. Le note traversie giudiziarie hanno però comportato ritardi nell’operazione.
Pertanto adesso i Comuni, che erano gestiti in toto o in parte da Egea, e l’intero consesso provinciale devono pronunciarsi sulla pubblicizzazione di Egea, sempre che Iren voglia vendere, oppure procurarsi le risorse finanziarie per quanto concerne appunto il valore residuo.
“Siamo all’ultimo miglio di una vicenda lunga e complessa. La consortile non sarà forse la soluzione ottimale né quella finale, ma – commenta l’ex presidente Ato4 Calderoni, che la vicenda conosce bene - è quella che ha ottenuto i consensi necessari a portare il sistema idrico cuneese verso il gestore unico imposto dalla norma nazionale e che in provincia si è deciso fosse totalmente pubblico. I primi vantaggi – osserva ancora Calderoni - li abbiamo visti nei mesi scorsi con gli allineamenti tariffari, la maggior capacità di coordinamento dei progetti, le economie di scala sui cantieri e col riconoscimento di serietà ed affidabilità da parte del ministero che ci ha erogato quasi 35 milioni di fondi straordinari per interventi sulla depurazione e sulla rete. Credo e spero – conclude - che i colleghi sindaci sapranno accompagnare il nuovo presidente Ato Falletto ed il direttore Ronco nella conclusione di questo percorso poiché il servizio idrico è strategico per lo sviluppo del territorio provinciale”.
La strada sembra tracciata (in qualche misura quasi obbligata), stando alle norme di legge, tuttavia qualche sorpresa può sempre celarsi dietro l’angolo.
Vedremo questa sera se i sindaci dei 247 Comuni del Cuneese si troveranno concordi oppure se si leveranno voci discordanti. Se succederà, bisognerà vedere quali saranno le controproposte che verranno avanzate.
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