Era stato condannato con il rito abbreviato a 3 anni e 8 mesi ma in Appello gli è stato concesso l'obbligo di dimora.
Yuri Scalise torna così in semilibertà dopo la sentenza del marzo 2024 del Gup Emilio Fois sulla presunta cessione della pistola semiautomatica, una Beretta 765 con matricola abrasa, a Safaiou Sow, condannato all'ergastolo, il quale l'aveva utilizzata per uccidere Danjela Neza nel maggio del 2023.
L'uomo su richiesta dei suoi avvocati difensori Salvatore Di Bella e Giorgio Torigino ha ottenuto così la misura cautelare.
"Abbiamo raggiunto un concordato in Appello con la sostituzione del carcere con l'obbligo di dimora Scalise si ritiene totalmente estraneo ai fatti" ha detto il legale Di Bella.
Il pubblico ministero Luca Traversa aveva chiesto per lui una pena più severa, 6 anni di reclusione e 6mila euro di multa.
Lo scorso luglio Scalise era stato arrestato dalla squadra mobile della Polizia di Savona, per i reati di ricettazione e cessione di arma clandestina Yuri Scalise. L'uomo aveva consegnato l'arma a Sow, il quale l'ha usata per uccidere con tre colpi di pistola la giovane albanese.
Gli investigatori, non convinti dalla versione del 27enne secondo cui l'arma era stata trovata, prima in via Cimarosa e poi in un cespuglio nella zona del Santuario col giovane che aveva affermato di averla tenuta per legittima difesa dopo essere stato coinvolto in un litigio per un parcheggio in Piazza del Popolo, avevano chiuso il cerchio della loro attività concentrandosi sugli ultimi contatti dell’omicida. Nello sviluppo dell’indagine avevano raccolto una serie di gravi indizi a carico di Scalise che, dietro compenso, 2mila e 500 euro, gli avrebbe ceduto la pistola con la matricola abrasa, completa di munizioni.
I riscontri raccolti avevano quindi consentito all’autorità giudiziaria, alla cui disposizione era stato messo Scalise dopo essere stato condotto nel carcere di Imperia, di emettere il provvedimento restrittivo e ai poliziotti di rintracciare immediatamente l’uomo.
Durante l'interrogatorio davanti al Gip e al Pm Luca Traversa, Scalise aveva risposto alle domande del Gip e aveva negato ogni coinvolgimento in relazione alla vicenda della vendita dell'arma, affermando la propria assoluta estraneità rispetto ai fatti contestati.
Sow lo scorso novembre aveva risposto alle domande del Gip Laura De Dominicis e del Pm Luca Traversa specificando, come già era avvenuto in sede di interrogatorio, come aveva avuto la pistola. In incidente probatorio Safaiou Sow aveva confermato che l'arma gli era stata venduta da Scalise e gli era stata consegnata in un parcheggio dietro al ristorante dove il 27enne originario della Guinea lavorava e nel quale i due si sarebbero conosciuti (Scalise sarebbe andato alcune volte a mangiare nel locale).
L'omicida aveva cercato altre persone per acquistarla ma poi alla fine aveva deciso di rivolgersi a Scalise e tra i due ci sarebbero stati dei contatti anche su Instagram con la cessione che sarebbe avvenuta il 15 marzo 2023.
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