8 anni. Questa la sentenza di condanna del Collegio del Tribunale di Savona nei confronti di Antonio Cozzolino, presidente di una società di palla tamburello accusato di violenza sessuale nei confronti di una 14enne.
L'uomo era già stato condannato in primo grado a 9 anni ma l'avvocato difensore Marco Marcotullio del foro di Roma aveva presentato ricorso in quanto lo stesso non aveva potuto essere presente all'udienza preliminare a causa di un legittimo impedimento, cioè la presenza dell'allerta rossa.
Era rimasto bloccato nella Capitale dal massimo livello di allerta presente in Liguria (l'avvocato di parte civile sempre del foro romano era invece presente), aveva chiesto il rinvio ma l'udienza si era comunque tenuta.
La Corte d'Appello aveva così dichiarato nullo il decreto con il processo davanti al Collegio che era quindi ripartito, senza la fase istruttoria che era stata confermata.
Questa mattina dopo le richieste del Pm Luca Traversa (ha chiesto 10 anni per l'imputato) e del legale difensore, il presidente del Collegio il giudice Roberto Amerio con a latere i giudici Francesco Giannone e Matteo Pistone, ha letto la sentenza di condanna, di un anno più bassa rispetto a quella del 2022.
Cozzolino è stato anche condannato all'interdizione perpetua dai pubblici uffici e da ogni incarico/ufficio concernenti in strutture frequentate da minori e al risarcimento di 40 mila euro di provvisionale alla parte offesa, ora maggiorenne.
L'uomo, presidente di una società romana di palla tamburello, in passato era stato protagonista di approcci non consensuali a Roma nei confronti della giovane, con i fatti ritenuti più gravi che erano avvenuti a Sorrento.
Cozzolino infatti con l'inganno, specificando alla giovane che aveva bisogno di una mano per un torneo, l'aveva condotta in una camera d'albergo nella quale aveva compiuto violenze sessuali.
Nel savonese invece, ad Albissola Marina, le aveva "rubato" un bacio "a stampo" in occasione di un torneo. Numerosi invece erano stati nel tempo i palpeggiamenti.
Dopo la denuncia da parte della famiglia, erano poi stati svolti tutti gli accertamenti, con il pubblico ministero di allora Marco Cirigliano che l'aveva accusato di violenza sessuale su minore.
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