Al termine di un weekend di Abu Dhabi rocambolesco, la McLaren viene incoronata vincitrice dopo ventisei anni del titolo costruttori. Ma la Ferrari ha tenuto la sfida accesa fino all'ultimo giro, nonostante tante sfortune.
La penalità, la prima stagionale del Cavallino, inflitta a Charles Leclerc di dieci posizioni in griglia per la sostituzione del pacco batterie, e il track limits che nelle qualifiche di fatto condanna il monegasco a partire ultimo, sembravano affossare qualsiasi tipo di speranza.
E invece al primo giro, tanta di questa sfortuna sembra ribaltarsi in una situazione favorevole per la Rossa: Leclerc da ventesimo si ritrova ottavo, complice anche il contatto alla prima curva tra Verstappen e la McLaren di Piastri, che scivola sul fondo. Ma là davanti ci sono, e ci resteranno anche dopo l'unica sosta, Norris e Sainz.
Leclerc a venti tornate dalla fine riesce a salire in terza posizione, con Piastri che entrerà solo negli ultimi giri in zona punti. Ma in quel momento in casa Ferrari tutti speravano in una safety car per agganciare e attaccare Norris, per una doppietta che avrebbe portato l'iride costruttori a Maranello: insomma, una ripetizione del 2021 tra Verstappen e Hamilton.
Non avviene nulla di tutto questo, e McLaren vince la gara con Norris e il titolo, meritatamente se si considera che da dopo Imola è stata di fatto la miglior macchina della griglia. Sainz saluta la Ferrari con un podio insieme a Leclerc, che con una scritta sul casco ha voluto ringraziare lo spagnolo per i quattro anni trascorsi insieme vestiti di rosso. Hamilton, quarto, chiude la sua personale era con Mercedes (che forniva i motori anche quando correva in McLaren) e si appresta ad abbracciare il Cavallino.
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