Dal 26 novembre Marco Bucci ogni martedì ha giocato su due tavoli: al mattino in consiglio regionale, al pomeriggio in consiglio comunale. Un doppio ruolo che non è sfuggito alle frecciate delle opposizioni ma che era consentito per quel tempo ‘cuscinetto’ necessario a rendere ufficiale la sua decadenza da sindaco. In tanti si sono chiesti se fosse tutto in regola, ma nulla è stato contestato in via ufficiale.
Bucci ha seguito le ultime sedute a Palazzo Tursi nel silenzio, senza mai intervenire in merito alla propria posizione, ma dedicando le sue poche parole ai botta e risposta (a microfoni spenti) con la minoranza. Tradizione fumantina che ha già dimostrato di voler trasferire anche dalle parti di via Fieschi.
Ora, però, c’è una data. Lunedì 9 dicembre Marco Bucci si farà da parte e Pietro Piciocchi sarà in via ufficiale il sindaco facente funzioni di Genova, chiamato a traghettare città e amministrazione verso le elezioni in programma la prossima primavera. Il consiglio si sarebbe dovuto svolgere come di consueto al martedì pomeriggio, poi la scelta di anticipare a lunedì per consentire la partecipazione delle autorità cittadine alla cerimonia dello Scioglimento del Voto al Santuario di Loreto.
L’uscita di scena di Bucci non è stata risparmiata dalle polemiche dovute alla scelta della maggioranza di optare per l’incompatibilità del sindaco a seguito della sua elezione in Regione. Strategia che ha consentito il passaggio del testimone con Piciocchi, mentre con le dimissioni il Comune sarebbe stato commissariato, e il conseguente scioglimento del consiglio, in attesa di nuove elezioni.
A Piciocchi spetterà il compito di portare al traguardo l’amministrazione e inizierà il suo incarico con il tanto ipotizzato mini-rimpasto di giunta. Certamente dovrà scegliere a chi affidare le deleghe lasciate vacanti da Matteo Campora (Trasporti, Mobilità Integrata, Ambiente, Rifiuti, Energia e Transizione ecologica), eletto in consiglio regionale. E, soprattutto, dovrà stabilire con chi sostituirlo. Il tutto in un clima non certo idilliaco, con i totiani (leggi ‘Noi Moderati’) pronti a farsi sentire anche in virtù della determinante influenza esercitata nella composizione della giunta regionale. Gli ex ‘arancioni’ ci sono e si fanno sentire.
Anche Piciocchi, come sul suo predecessore, sarà chiamato nei prossimi mesi a un doppio gioco su più tavoli. Al momento, infatti, è lui il principale accreditato per la corsa alla carica di sindaco come frontman della coalizione di centrodestra. Anche se in molti ormai l’hanno dimenticato, Piciocchi a fine estate è stato per alcune settimane il principale indiziato per il dopo-Toti in Regione. Poi le cose sono andate diversamente. Ora la storia si ripete, ma in Comune. I fari sono puntati su di lui, a patto che centrodestra a mondo civico non abbiano un’altra carta da giocarsi.
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