“Sappiamo tutti che il cinema è nato qua a Torino, insieme alla televisione, gli hanno tolto tutto. Io credo che quest’anno possa finalmente tornare com’era”. Michele Placido senza mezze parole fa un plauso all’edizione del Torino Film Festival sotto la direzione di Giulio Base. “Tiziana (Rocca, ndr) e Giulio sono una coppia formidabile - aggiunge, evidenziando l'importanza avuta dalla moglie nel festival -. Molti si lamentavano del fatto che possa perdere la sua natura, ma se non ci viene più nessuno al festival! Siamo sempre troppo ideologici, bisogna fare i fatti. Quest’anno è una rinascita, arriva il glamour, anche perché il cinema è un’arte popolare”.
“Sono d’accordo” aggiunge Ornella Muti, in città insieme a Placido per ricevere il Premio Stella della Mole e presentare Romanzo Popolare a 50 anni dalla sua uscita nelle sale e il cui incasso della proiezione sarà devoluto alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro - presieduta da Allegra Agnelli - per sostenere le attività di cura e ricerca sul cancro dell’Istituto di Candiolo – IRCCS. Un’iniziativa nuova per il festival voluta fortemente dal direttore, Giulio Base.
“Quest’anno il festival è scintillante. Non tanto per i personaggi, sono personaggi che fanno cose belle, che sono venuti a portare cose belle. Da sempre il festival di Torino ha una bella base, si sa che qui ci sono persone che amano il cinema. Quest’anno è esploso”.
Romanzo Popolare uscì nelle sale nel 1974 sotto la regia di Mario Monicelli, oggi è un film di culto, ma all’epoca non tutti era consapevoli della portata che avrebbe avuto: “Sapevano di fare un film importante, ma non pensavamo che avrebbe avuto questo impatto” ammette Muti.
“A me viene da dire sì - replica invece Placido - Monicelli è stato un grande regista con i tempi migliori. Uno dei pochi registi che considerava il cinema come mestiere, ha degli eredi oggi, come Riccardo Milani per esempio. Una figura che continua a fare quel tipo di commedia che ha anche i suoi risvolti sociali”.
Michele Placido era uno dei nomi papabile per il ruolo di direttore del Centro Sperimentale: “Non sono un bravo dirigente. Castellitto è uno capace, ma lì bisognerebbe fare due presidenti uno che fa il manager e uno che deve guidare artisticamente. Poi nessuno mi ha chiesto niente” sottolinea l’attore.
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