23 novembre 1974. 50 anni fa scoppiò una bomba nei pressi della stazione dei carabinieri di Varazze.
Fu l'ottavo ordigno su 12 in ordine di tempo che per un anno intero terrorizzarono la provincia di Savona. Una delle pagine più buie non solo per il comune savonese ma per tutta Italia.
Nella notte fra il 22 e il 23 novembre, quaranta minuti dopo la mezzanotte, una Fiat 600 rubata ad una residente varazzina venne portata di fronte alla caserma in via Accinelli sotto i piloni dell'autostrada Genova-Ventimiglia.
Il carico di esplosivo posizionato sotto il sedile anteriore dell'auto fu fatto saltare verso l'una meno 10. Con i vetri della caserma e dei palazzi vicini che andarono completamente in frantumi. Fortunatamente nessuno rimase ferito.
Nelle ore successivamente alcuni genitori decisero di non mandare i figli a scuola e andarono in Comune per chiedere al sindaco una sorveglianza degli edifici scolastici cittadini. L'illuminazione a seguito di una riunione venne potenziata e fu predisposto un servizio di vigilanza 24 su 24 gestito da genitori e giovani varazzini.
Il Comitato Unitario Antifascista organizzò il giorno successivo una manifestazione di protesta in città.
Il 25 vennero trovati tre candelotti di dinamite sotto una barca rovesciata tirata in rimessaggio in piazza Buccelli nel borgo Solaro dal proprietario dell'imbarcazione Antonio Parodi. Candelotti che erano innescati con una miccia apparentemente bruciacchiata.
In precedenza invece il 30 aprile l'obiettivo dell'associazione terroristica neofascista Ordine Nero (che aveva rivendicato l'attentato il 3 maggio seguente con una lettera inviata a Il Secolo XIX a Genova. ndr) era il senatore della Dc Franco Varaldo, chirurgo e presidente dell'Ordine dei Medici. La prima bomba scoppiò proprio nel palazzo dove viveva in via Paleocapa. Per miracolo non ci furono feriti.
Cronologicamente le bombe scoppiarono il 9 agosto alla centrale Enel di Vado; il 9 novembre 1974 scoppiò il secondo ordigno sul lato posteriore del palazzo della Provincia di Savona in via Sormano. La carica di dinamite, circa 10 kg di esplosivo, era stata posizionata nel locale caldaie all’interno di un condotto dell’aerazione e si venne a creare un buco di un metro e mezzo con l'abbattimento di alcune pareti. Ad essere ricoverato in stato di choc il custode, l'unica persona presente nell'edificio.
Poi il 12 novembre alla scuola di via Machiavelli; il 16 novembre su un viadotto ferroviario al Santuario e in un palazzo di Via dello Sperone; il 20 novembre in un palazzo di via Giacchero; come detto il 23 a Varazze e a Cadibona; il 24 febbraio 1975 dietro il palazzo della Prefettura; il 25 febbraio contro un traliccio dell'Enel a Savona e il 26 maggio contro la Fortezza di Monte Ciuto. Fortunatamente due sole vittime a causa dell'esplosione in via Giacchero (Fanny Dallari e Virgilio Gambolati. ndr), furono diversi i feriti.
IL RICORDO DELLA BOMBA DI VARAZZE
Questa mattina la Biblioteca Civica Comunale E. Montale ospiterà una conferenza intitolata "La strategia della tensione, le bombe di Varazze e Savona".
Interverranno Angelo Maneschi, storico e ricercatore dell'ISREC, che presenterà un'analisi storica dell'attentato e delle sue implicazioni nel contesto della "strategia della tensione" degli anni '70, e Maurizio Picozzi, magistrato e autore del libro "I misteri delle bombe nere", che offrirà una visione approfondita sui misteri legati alle bombe esplose a Varazze e a Savona, collocandoli in un quadro più ampio di atti di terrorismo e destabilizzazione in Italia. A seguire, ci sarà un intervento di Jacopo Marchisio e degli studenti del Laboratorio teatrale del Liceo scientifico Orazio Grassi di Savona, che interpreteranno una lettura emotiva e simbolica dell'evento, cercando di rievocare le sensazioni e le emozioni di quei giorni drammatici.
Dopo la conferenza, avrà luogo la commemorazione ufficiale in Piazza Accinelli, presso il cippo dedicato. Qui, le autorità locali e i cittadini si raccoglieranno per un momento di riflessione e memoria collettiva.
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